domenica 8 novembre 2009

Si .. sfilaccia il Collana


Da oltre quattro anni l’impianto del Collana è sprofondato sotto il peso dell’incuria. Certo, in apparenza a cedere sono state le fondamenta dell’ampia palestra del basket, sul cui glorioso parquet nel tempo si sono avvicendati ottimi cestisti. A vederlo da fuori lascia la lugubre impressione di un rudere in abbandono, un reperto post-industriale. Manco a parlarne del prato del campo di calcio, anche questo carico di ricordi felici, rugbistici e calcistici. Sembra uno dei tanti campi agricoli abbandonati da contadini stanchi, fuggiti verso le meraviglie della società industriale. Singolare il contrasto con il numero elevato degli addetti-giardinieri che si intrattengono in molteplici attività di ricreazione pur di riuscire a completare l’orario di lavoro. Vogliamo parlare della piscina, tante volte chiusa, riaperta, restaurata, affidata ad ogni genere di intrapresa? Dal 1963, quando i Giochi del Mediterraneo a Napoli regalarono alla città un piccolo gioiello dell’impiantistica sportiva con i misurati contributi della deprecata Cassa del Mezzogiorno e del CONI, è stato un progressivo inesorabile degrado, costato enormi somme alla collettività, da cui è stato risparmiato soltanto il circolo del tennis. Quest’ultimo deve la sua più che decorosa sopravvivenza alla gestione attenta di privati che hanno saputo nel tempo provvedere alla manutenzione. Con il paradosso incredibile di non sapere neppure chi fosse l’interlocutore, cioé l’ ente pubblico effettivo proprietario dei suoli, vista la annosa diatriba, sfociata in contenzioso, tra Comune, Regione e – udite, udite- la G.I.L., che non sarebbe altro che la Gioventù del Littorio di “mascellona” memoria. E dove vanno a finire tutti i discorsi che sentiamo fare sulla necessità di dare spazi sportivi ai giovani? E’ possibile che un bene così importante come un impianto sportivo polifunzionale di quella portata debba diventare ostaggio di campagne elettorali, con finanziamenti sperati piuttosto che elargiti? Un altro tassello di quel complessivo mosaico di inefficienza e cattiva amministrazione che porta soltanto scoramento e, nel migliore dei casi, indifferenza rispetto alle sorti di queste nostre sfortunate terre.