lunedì 27 gennaio 2014

a quando il giorno della coscienza?

Oggi, giornata dedicata alla tragedia della shoah. Un dovere dell'umanità rievocare quella assurda infamante pagina della storia. Altrettanto doveroso dovrebbe essere articolare argomenti per capire il perché di quell'enorme e lunghissimo black-out della coscienza degli uomini. Per fare in modo che non possano mai più ripetersi le condizioni di quell'oltraggio. 
Come sempre capita, anche le occasioni in cui  massimamente si dovrebbero osservare silenzio e profonda riflessione diventano spunti di ordinaria volgarità.
Di quella esibita sui giornale, nelle televisioni ed in altre similari manifestazioni aperte al pubblico. Assistiamo così alle esibizioni di antinazisti indignati un tanto a passaggio televisivo; o di personaggi che con la propria  storia personale farebbero meglio a nascondersi, a farsi dimenticare.
Questa la società dell'immagine e della comparsata. Qualsiasi forma di lutto, collettivo come in questo caso, ovvero personale, diventa la passerella per imbecilli o profittatori, per imprenditori che promuovono ogni forma di prodotto.
No, scusatemi, non ci siamo.
Gli sforzi  dei media e dei pensatori di tutto il pianeta dovrebbero essere rivolti ad individuare le condizioni sociali ed economiche che portarono una nazione grande e nobile ad avallare e compiere quell'eccidio di massa. Alla denuncia sistematica e non limitata alla singola giornata del 27 gennaio di quali fattori producano un certo tipo di conseguenze.
Ma davvero voi vedete nel mondo intero singoli o gruppi di buona volontà che operino in questa direzione? A parte isolate  eccezioni di persone che danno un senso compiuto alla propria esistenza impegnandosi per gli altri, vedo soltanto il radicarsi e la crescente  diffusione di quelle forme di egoismo che sono l'immancabile presupposto di ogni sonno della ragione.
Guerra al soggetto considerato "altro", in ogni forma. Ostilità e diffidenza per lo straniero o per chi abbia la ventura di una pelle di colore diverso. Sfruttamento sistematico della povertà, delle debolezze altrui, delle condizioni disagiate di altri uomini. Oppressione di pochissimi detentori di ricchezze ai danni della massa crescente di disagiati.
Alla fine c'è da chiedersi se questa giornata della memoria non meriti una cura diversa.
Basterebbe che anche solo per 24 ore tutti quelli che succhiano il sangue del prossimo facessero una sosta e si ponessero delle domande su come vive la povera gente che non riesce a tirare avanti, sull'angoscia delle mamme che non riescono a sfamare i propri figli, sulle piccole e grandi tragedie di chi sopravvive in stato di necessità.
Ecco, questa mi sembrerebbe una giornata degna di memoria. Magari da trasformare nella settimana della solidarietà umana.

sabato 25 gennaio 2014

un libro certo, ma che ne valga la pena

Anche sul nostro molto frequentato FB compare un monito,  spesso sotto forma di domanda: "il migliore amico dell'uomo? un libro".
Concordo in pieno e con gli anni ho tentato di sconfiggere quella giovanile pigrizia che per un po' di tempo aveva limitato le mie conoscenze letterarie. Da studente ero un silenzioso contestatore delle molte letture inutili alle quali ci costringevano. Classici veri o presunti, imposti alle nostre febbrili impazienze per costruire il cittadino modello che nel futuro avrebbe dovuto dare buona mostra di allineamento.
Poi, conquistata la necessaria autonomia di pensiero, ho attraversato periodi di innamoramenti esclusivi per autori  di varie nazioni. Ora sono praticamente onnivoro, specie da quando un giovane della mia famiglia ha cominciato a suggerirmi titoli e nomi sconosciuti. Qualche piacevole sorpresa, numerose delusioni, spesso sfociate in contestazioni vivaci con il mio mentore per  alcune opere che a me sono apparse completamente inutili. Da un lato spunti interessanti e prosa modestissima; dall'altro, gradevoli ghirigori formali per trame insignificanti.
Per Natale ho avuto la mia strenna letteraria abbastanza ampia, già quasi esaurita. Anche grazie a questi giorni uggiosi che ti fanno tanto desiderare un angolo caldo con la compagnia di un libro e la distrazione del gatto di casa.
Così ho affrontato un paio di testi di autore del quale ho letto quasi tutto. Le opere iniziali mi lasciavano un piacevole sapore: una bella scrittura, la ricerca attenta verso luoghi o atmosfere anche di tempi passati, una buona capacità di attrarre il lettore.
Ma, come sempre c'è un ma..che nel nostro caso è rappresentato dal fisiologico sviluppo dell'attività dell'autore. Per effetto dei discreti livelli di vendite, quell'iniziale  laboratorio artigianale dell'autore si è trasformato in una "fabbrichetta,  anche in conseguenza del cambio di editore. E così la produzione è diventata seriale, annacquata, stiracchiata al massimo per coprire i "sedicesimi" di libro che l'editore richiede. Descrizioni infinite, pretese analisi introspettive che non approdano da nessuna parte, trame tenui e senza colore con esiti di totale prevedibilità.
Per contratto, tre o quattro libri ogni anno. Presentazioni in ogni dove, massiccia immissione sui media per lo scrittore che è stato fagocitato nel meccanismo produttivo. Libri che diventano come "cinepanettoni", sfornati in  particolari occasioni per approfittare dei regali di Natale.
 Così va il mondo, mi direte. E non posso che darvi ragione. Ma resta ugualmente l'amaro in bocca per l'ennesimo imborghesimento dell'estro.

martedì 21 gennaio 2014

moriremo berluscocristiani?


Il bel volto femminile che compare in questa foto sembra angosciato da  un problema assai più serio di quello che si presenta agli italiani in questi giorni. Esprimo in ogni caso la mia personale ammirazione per l'intensità e per la compostezza di quel bel viso. Che sembra assorto e compenetrato rispetto alle mute richieste che provengono dai bambini che, aggrappati a lei, cercano nella madre conforto e sostegno.
In questi giorni di inizio 2014 pare sia stata trovata la "quadra", termine infame mutuato dall'essenziale ma orribile  lessico dei contabili. Il sistema elettorale "itarellum" o "italicum" è stato condiviso da due grandi statisti e legislatori che in uno storico incontro, dopo aver cencellianamente fatto tutte le considerazioni utilitaristiche del caso, hanno partorito questa nuova modalità di attribuzioni dei seggi in Parlamento. Che dovrebbe risultare dimezzato, o ridimensionato mediante l'abolizione del Senato. Che ci sarà ancora,  con il nome di Camera delle autonomie, ma con altra funzione rispetto a quella che ha sinora svolto in un quadro di bicameralismo perfetto.
Quella forte istanza che veniva da tutte le parti per consentire agli elettori di potersi scegliere i rappresentanti è stata allegramente e disinvoltamente disattesa. I due statisti partorienti per superare a piè pari le incertezze avranno fatto propria la celebre considerazione del marchese del Grillo: "io so io e voi nun siete un cazzo" e sono andati spediti avanti per la loro strada di salvaguardia del  diritto insindacabile di poter scegliere come deputati un cavallo, una o più zoccole, coribanti di varia portata umana ed intellettuale, yes people di tutte le estrazioni.
50 anni di veti imperialisti, 20 di veti "nanisti" e piduisti e poi questo eclatante risvolto. Insomma una soddisfazione autentica per tutti i democratici di cuore e per chi pensava di aver sofferto tanto, ma di essersi levato finalmente il bubbone dal corpo.

domenica 19 gennaio 2014

di che segno sei?

Alzi la mano chi non ha mai letto un oroscopo in vita sua! Credo non ci sia essere umano che almeno una volta non abbia dato una sbirciatina, pure fugace, alle previsioni astrologiche del quotidiano. Magari in occasione dell'inizio di un nuovo anno. Sarà l'anno dei pesci, delle vergini o dei capricorni? Hai visto mai.. Va tutto bene, siamo umani, fatti di ragione e elementi istintuali e per questo dovremmo essere altrettanto coscienti delle nostre fragilità e delle dorate fandonie che ci circondano.
Sono convinto e al contempo speranzoso che nessuno riferirà al neo laureato mago Otelma di queste considerazioni etrusche. Ha la scomunica facile e potrebbe perseguitarmi con le sue straordinarie capacità occulte. Potrei così ritrovarmi di colpo circondato da tutte le iatture e contingenze negative con esiti imprevedibili.
Il dibattito sulla reale consistenza delle previsioni di maghi e professori di occultismo ci porterebbe lontano, molto oltre la limitatissima portata delle considerazioni di questo blog.
Più semplicemente, non credo una sola  parola di questa para..cosa. Come in generale non credo a niente che non possa trovare una normale e semplice dimostrazione. 
C'è però da millenni una pletora di venditori di chiacchiere ed illusioni che riesce a sbarcare in modo più che onorevole il lunario approfittando della credulità e delle debolezze altrui.
Chiamateli come volete, identificateli come meglio vi piace. Conferite loro prestigio ed aura ieratica. Sempre di truffatori si tratta. Cioè di gente che riesce a vendervi per vero qualcosa che non c'è e che non possono conoscere. 
Per restare al più volgare ambito dell'astrologia e non valicare quello più delicato - ma più vasto - delle religioni, è sin troppo semplice fare osservazioni di tipo statistico. Tutti i nati in certo periodo che abbiano evidenziato specifiche attitudini qualità  o inclinazioni, ovvero dati comuni caratteriali, vengono esaminati ex post. Così tutti i nati nelle  stesse c.d. case astrologiche trovano elementi simili e da quelle affinità si costruisce un tipo per ogni segno.
Mi ricorda un vecchio gioco di carte che facevo per i miei bambini. Sostenevo impudentemente di poter prevedere l'uscita delle   carte coperte del mazzo. Mi bastava vedere l'ultima carta sul fondo  ed il gioco era fatto. Prevedevo per prima l'uscita di quella carta che avevo vista e poi chiamavo in successione le altre che di volta in volta uscivano.
E i ragazzi a guardarmi con gli occhi sgranati, impegnatissimi a capire come facessi. Un trucco, un artificio, una furbata. 
Penso pure ad una signora con doppio cognome di mia conoscenza che si fece convincere da un astutissimo imbonitore che avrebbe trovato il proprio quadro astrale in un'ora precisa in un certo posto del mondo. Così questa decerebrata di sangue blu si trasferì armi e bagagli dall'altra parte del mondo per andare incontro..ad una clamorosa fregatura.
C'è n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Gli occultisti individuano e soppesano immediatamente il pollo da spennare e lo lasciano rosolare nel suo brodo. Fino alla completa spolpatura dell'osso.
Ma riordinare le proprie idee e guardarsi dentro davvero? Troppo faticoso, capisco. E allora porte aperte ai saltimbanchi di ogni estrazione. 


domenica 12 gennaio 2014

il sindaco d'Italia

Ho incontrato un cane per strada. Ci siamo guardati con un'aria di speciale complicità ed alla fine con chiari movimenti del muso mi ha costretto a guardare il marciapiede della via. Per chi proprio volesse saperne di più, l'incontro si svolgeva a Napoli, in una zona centrale del Vomero, quartiere medioborghese. La simpatica bestiola voleva quasi farmi notare la straordinaria quantità di "monnezza"  accumulata intorno. carte, foglie, sacchetti di plastica, cicche di sigarette, residui di cibo, cartoni da imballaggio.  E, con qualche difficoltà, ho finalmente capito che cosa volesse farmi intendere. Gli manca la parola, direi per fortuna, altrimenti sai le frasi di scherno e disprezzo  all'indirizzo di quella che continuiamo, per comodità, a chiamare amministrazione comunale!
Che non contenta di trattarci come dei  rimbambiti e riempirci di tasse e balzelli per servizi mai resi, di farci vivere nel degrado urbano classificato come peggiore del Paese, sta ultimamente cercando di risollevarci il morale, inventandosi una castroneria che se non fosse al limite del reale potrebbe anche farci morire dalle risate.
Questo straordinario "pool" di cervelli, che si avvale della mirabile guida del sindaco De Magistris, affiancato da un altro imbecille come vice sindaco, ha partorito la "misura finale", quella cioè che risolve  d'incanto tutti i problemi e riporta  la cittadinanza a livelli altissimi di soddisfazione.
A Palazzo San Giacomo, dove presumibilmente questi signori non hanno del tutto chiaro il quadro generale delle problematiche, si sono incontrate le migliori menti pensanti del regime ed hanno individuato nelle deiezioni canine il nemico civico numero uno.
Si, quei residui organici che abbandonati da padroni senza paletta e sacchetto tanto sdegno provocano nella collettività. Ma lo scempio ha le ore contate! D'ora in poi gli zelanti e onnipresenti tutori dell'ordine municipale raccoglieranno questi "corpi del reato",  elencati cronologicamente in un apposito registro della "merda". I preziosi materiali verranno analizzati al fine di stabilire il DNA del cane, per poter risalire finalmente al padrone sporcaccione e poter applicare le pesanti sanzioni del caso.
Napoletani, ancora un po' di pazienza, il calvario è finito. attraverso le risorse, verosimilmente enormi, che deriveranno da questo procedura escatologica, avremo finalmente la liquidità necessaria per poter far fronte alle tante necessitò di questa povera e martoriata città.
Che come potremo facilmente convenire ha nei suoi reggenti il problema principale. Un TSO collettivo potrebbe dare buoni risultati? Almeno li sediamo per un poco e si mettono quieti non fare un cazzo di niente, loro esclusiva specialità.

giovedì 9 gennaio 2014

Testa o croce?

Ci vorrebbero tutti i punti interrogativi disponibili per affrontare  i tanti dubbi che ho accumulato. Ormai sono soltanto certo di avere perplessità ed incertezze. E con i giorni che passano, troppo in fretta, vado in crescente difficoltà persino davanti ai quesiti più banali. 
Ieri sera facevo caso ad un'espressione appena sentita che prendeva spunto da una interessante provocazione: che cosa c'è di più casuale del lancio in aria di una monetina? Si, il classico testa o croce, per determinare chi debba, ad esempio, cominciare in un gioco. 
Il risultato di quel gesto che appare legato esclusivamente alle bizze dell'imprevedibilità del caso è invece precisamente individuato in base a fattori precisi. 
Ne elenco alcuni: il peso della moneta. il suo diametro, l'altezza del lancio fino a terra, la forza impressa dal lanciatore; alla fine di questi calcoli numerici il risultato non può essere che quello in effetti prodottosi. 
Straordinario, no? Quando si dice giochiamocelo a testa o croce? Ai tempi dei filoni nei bigliardi conoscevo un tipo, smilzo e furbone, che riusciva sempre a prevedere a suo vantaggio il verso giusto della moneta. Partiva sempre dallo stesso lato ed aveva acquisito una sicurezza nella spinta tanto da avere la verosimile probabilità di indovinare. 
Questa prolissa introduzione mi riporta all'affermazione sentita: tutto è riconducibile ad un entità numerica, il transito dei pianeti, le attrazioni tra gli stessi, la nascita della vita. Bisognerebbe allora conoscere i numeri, quelli che contano e invece gli uomini, forse spaventati da questo determinismo numerologico che fanno? Si inventano le favole, creano i miti, elaborano le religioni, costruiscono i loro feticci per paura di scoprire di più. E ci vogliono secoli o millenni, guerre e rivoluzioni, per eliminare tutta la patina prodotta dalle credenze precedenti.
Anche noi italiani non facciamo eccezione. Certo, ci incoraggiamo ricordandoci le nostre millenarie radici di civiltà. Ma al primo imbonitore che ci capita davanti ecco che, ammaliati dalle fesserie che racconta, ci fermiamo e ci facciamo convincere. Preti, politici, mercanti di ogni tipo, venditori di lamette, di padelle, di materassi. Siamo pronti a credere, purché le parole del bazariota ci consentano di non pensare. Di non doverci fare con la necessaria fatica un'idea nostra  e raggiungere un convincimento. 
E' la fatica del crescere, del diventare adulti, mentre è così più comodo credere ad ogni genere di fandonia e restare fanciullini. Per sempre! Tanto c'è il capo, il plagiario di turno, l'ammassatore di cervelli che pensa per me. Scoprirò mai che quello è un lestofante? Forse sì, ma in fondo che fa? Ogni venti o trenta anni cambia il volto del nuovo leader carismatico. Quello nuovo farà ancora più schifo del precedente. Però, vuoi mettere le rinnovate capacità ed il potere di seduzione che provengono dalle nuove tecniche di comunicazione? Un trionfo da un lato e l'ennesima debacle dall'altro. Ma intanto il convoglio  procede o come si dice dalle mie parti: " a nave cammina e a fava se coce".

venerdì 3 gennaio 2014

pietre per un anno



  • A, come anno nuovo. Difficile che possa essere peggiore per l'Italia. E' successo un po' di tutto, persino che un partito nuovo, o movimento di cittadini se più vi piace, sia riuscito a conquistare il 25% dei voti. Addirittura, dopo intenso travaglio, si è votata la decadenza da parlamentare di un tanghero che mai avrebbe dovuto varcare quelle aule.
  • B, come Bergoglio, nuovo papa dei cattolici. Dice cose così normali da apparire un infiltrato del movimento 5 stelle nell'apparato clericale. Forse non ce la farà a rimuovere le millenarie incrostazioni di falsità ed ipocrisia, ma almeno ci prova. E sembra in buona fede.
  • C, come chitarra. E' una pietra che nasconde un proponimento. Quello di avviare uno studio serio di quel povero strumento che strapazzo da quasi cinquanta anni.
  • D, come De Petris, senatrice di SEL, che durante il dibattito che ha preceduto il voto di decadenza del tanghero, ha fatto una lunga e dettagliata denuncia, elencando  tutte le leggi ad personam che avevano fino a quel momento impedito che la giustizia facesse il suo corso. 
  • E, come Elisabetta raro esempio umano della capacità di "abbracciarsi la croce" e sopportare da un quarto di secolo quel pedante e permaloso dell'etrusco.
  • F, come femminicidio. Nel 2013 sono morte 103 donne per mano di partner o ex compagni. Con una suddivisione per aree geografiche che finalmente supera le tradizionali disuguaglianze: 39 al nord, 30 al centro e 34 al sud. Una nazione omogenea nella sua follia.
  • G, come gelato. Per un non goloso avere di tanto in tanto la voglia di un gelato alla frutta. Ed avere il tempo di andarselo a sorbire. Senza fretta, assaporando quella piccola tentazione che passa rapidamente dal cono allo stomaco. Tamponando quel buco di fame fino all'ora ufficiale dei pasti.
  • H, come Head, la mia racchetta favorita. Che si pronuncia "head" e non hid come dicono gli chic. Vi ricordate la canzone "put your head on my shoulder"? Ha fatto da colonna sonora di molti innamoramenti  di adolescenti degli anni '60.
  • I, come infanzia. troppo spesso ignorata, se non manipolata o calpestata. La giornata annuale dedicata all'infanzia dovrebbe durare almeno un mese e servire a mostrare dei modelli corretti attraverso una grande campagna di pubblicità progresso.
  • K, come Kim jong-il, dittatore della Corea del Nord. Per liquidare i conti in sospeso con lo zio lo ha lasciato in un recinto con 120 can famelici, lasciati senza cibo per tre giorni. Raro esempio di amore per la famiglia. Al momento non sono pervenute lamentele di associazioni ambientaliste che siano insorte per la pessima alimentazione riservata alle tenere bestiole.
  • J, come Jacopo il ragazzo di 18 anni che ha rischiato la vita per salvare due ragazzi dal rogo della loro auto incendiatasi in un grave incidente. In premio ha avuto un lavoro. Sembra una storia da libro cuore in quest'Italia che nega il lavoro a tutti, a cominciare dai ragazzi.
  • L, come ladri. Si stanno moltiplicando i furti negli appartamenti. E siamo soltanto all'inizio. La crisi distrugge la speranza di una vita onesta e spinge i disperati a qualsiasi gesto. Meglio loro, però, rispetto ai tanti disonesti e corrotti di stato.
  • M, come Matera, città candidata a capitale della cultura europea per il 2019. 30 anni fa era soltanto la città dei sassi,  dal nome della sua zona abbandonata e degradata. I sassi sono diventati il punto di partenza della ripresa cittadina. Speriamo che il lasso di tempo fino al 2019 restituisca per intero ai materani un reale spessore culturale che legittimi la candidatura.
  • N, come Nelson Mandela. Un grande che ci ha lasciato. Mi fermo, perché dilungandomi rientrerei nella retorica ufficiale. Merita un ricordo per il suo coraggio e la capacità di diventare simbolo di una lotta per la democrazia.
  • O, come omofobia. In certi ambienti rappresenta un vanto aver bastonato o perseguitato gli omosessuali. E un titolo di merito per scalare le gerarchie del branco. E non a caso parlo di branco, addirittura  facendo un torto agli animali che non uccidono per stupidità o scherno.
  • P, come parlamento. Non a caso con la p minuscola,  vista la qualità degli omuncoli che lo compongono. Forse questa pietra starebbe meglio alla lettera "v", come vergogna.
  • R, come RAI. una grande azienda di cultura, diventata cagna al soldo di loschi figuri. Ma i suoi 60 anni hanno dato tanto agli italiani. E fino dell'avvento di una sporca e laida concorrenza riusciva ancora a produrre qualità. E aggiungo di essere fiero di pagare il canone. poco più di 10 euro al mese per aver sport, informazione, intrattenimento. Il digitale, dove funziona, ha ampliato enormemente la scelta dei programmi.
  • S, come dolidarietà. Vocabolo in disuso, quasi irriso, soppiantato da aggressività, spirito da leader, arroganza. Confuso spesso con carità "pelosa", dove si mescolano le varie propagande: quella religiosa, quella di fazione, quella da ideologia.
  • T, come tennis. L'etrusco gioca, malissimo, da 50 anni. Ma anche queste sono soddisfazioni
  • U, come Uruguay, Paese capace di eleggere come presidente un uomo. Che vive come tutti gli altri  connazionali e si è ridotto l'appannaggio. Cose simili potranno accadere anche nel nostro stivale?
  • V, come il grande Cateano Veloso, artista, poeta e musicista brasiliano. Il tempo che passa sta facendo danni persino in lui, facendogli perdere quella sfrontata lucidità che gli permetteva di trasferire in alta poesia musicata il mondo esterno.
  • Z, come Zarita. Un agriturismo del mio paese, Bella. Raro esempio di un nucleo di persone che ha saputo utilizzare il patrimonio familiare di conoscenze gastronomiche e rimetterlo nel circuito della ristorazione a disposizione della clientela. Valorizzando le tradizioni del gusto della Basilicata.

giovedì 2 gennaio 2014

Cerchiamo di capirci

Che alcuni fra gli amici si ricordino delle mie frecciate etrusche mi sembra che rientri nella normalità. Oramai si sono assuefatti alle mie periodiche esternazioni e mi tengono contento. Così, quando capita di sentirsi, ad esempio per le feste, scappa il riferimento al blog:  " ti seguo con piacere, dici cose condivisibili, " oppure con aria di incoraggiamento: " fa piacere leggerti, la tua ironia coglie spesso nel segno."
Diciamo la verità. Gli amici pure servono a qualcosa, in alcuni momenti ti sollevano il morale, spesso sotto i tacchi.
Però è diverso quando il messaggio arriva da un perfetto sconosciuto, materializzatosi in una mail che sintetizzo, per necessità, ma che andrebbe invece riportata per intero. Sia per il garbato contenuto, sia per alcune osservazioni certamente calzanti.
Il mio corrispondente via mail, vive in Toscana, in una casa con cani e gatti. Animali che grazie alle sue premure hanno imparato a convivere e rappresentano ora un perfetto modello di integrazione. Il signor D., dalle iniziali del suo nome di battesimo, afferma di aver conosciuto per puro caso il mio blog, cercando una parola su un portale informatico. Che  lo ha fatto imbattere nell'etrusco. E da quel momento sono diventato un suo costante interlocutore. Perché sostiene di aver riscontrato numerose analogie tra le cose che racconto e vicende a lui accadute. Una fra tutte, aver lavorato anche lui nella struttura legale di una grande azienda e di aver poi affrontato in maturità la libera professione. Affinità nei gusti, similitudini persino in vicende personali.
A differenza di me sostiene di avere una convinta e partecipata fede religiosa che lo porta spesso ad aspri scontri con molti altri soggetti di sua conoscenza apparentemente ispirati da fede, ma che in realtà speculano cinicamente sulla collettività parrocchiale, ottenendo vantaggi e favori personali.
Il mio amico di penna, suonatore di piano, condivide alcune mie preferenze artistiche. Nel suo commiato mi promette una visita a Napoli nella prossima estate. Magari per una suonata insieme.
Non è la prima volta che mi capitano commenti di persone incappate nelle mie "pietre etrusche", ma stavolta sono particolarmente soddisfatto.
A parte la qualità che si intravede dietro il messaggio, da parte mia c'è la rinnovata meraviglia per essere riuscito a creare interesse al di fuori della stretta cerchia di amicizie.
Persone lontane, mai viste, incuriosite dalle cose non certo straordinarie che racconto al punto da prendere contatto con me per manifestare attenzione.
A me pare una gran bella cosa, un risultato ben oltre ogni mia aspettativa. Quando iniziai nel 2007 immaginavo che la mia avventura si sarebbe conclusa dopo poche settimane. Un vanitoso sfizio che si è rivelato un valido meccanismo di sfogo di borbottamenti personali, ma al tempo stesso il sistema per mantenere o addirittura creare dei contatti graditi.