sabato 31 luglio 2010

post agostano

Torno dopo una settimana trascorsa all'Elba. Viticcio, posto incantevole. Albergo decoroso, spazi e silenzio, vista mozzafiato. Cucina quasi imperdonabile, ma personale accogliente. Ho così rivisto un posto visitato 32 anni prima, cambiato il giusto, non più di tanto. C'è ancora tanto verde, grandi spazi e il comportamento degli elbani non è diventato intollerabile. Penso ai diversi modi degli ischitani, ponzesi e maxime dei capresi. Mare quasi ovunque bello e pulito. Mica poco! I nostri compagni di vacanza Enzo e Antonella sono gli stessi da anni. Poco cambiati, sembrano discutere su tutto, ma poi vanno d'accordo e rappresentano una delle poche coppie riuscite che conosco. Sulla via del ritorno siamo andati a Montalcino da Giovanni, al lavoro per il Festival Internazionale dell'Attore. Mi è sembrato contento, conosce tutti nel piccolo centro e si bacia con una ottantottenne simpatica, Idolina, affittacamere e larghi .. sorrisi. Ci ha anche presentato uno sfilenzone romano, proprietario di camere e ristoro. Gentilissimo ci ha accompagnato per le vie del centro e nel museo. Ora me ne vado al buen retiro bellese. Sperando di non aver troppe rotture e di annoiarmi quanto spero. Qualche libro, tanti quotidiani, amici impegnati nelle solite polemiche sterili di tutti gli anni.

venerdì 23 luglio 2010

il piacere di non rispondere

Da quando nasciamo c'è sempre qualcuno che pretende di insegnarci qualche cosa. Ed è pure necessario imparare alcuni rudimenti di base che ci accompagneranno nel corso della vita. Poi, crescendo, entriamo nelle svariate quasi inevitabili gabbie, tipo scuola, università - per chi ha avuto quest'esperienza -, servizio militare ('?), poi il posto di lavoro ed i vari contesti di tipo associativo nei quali ci imbattiamo. Ma per apprendere e diventare "istruiti" e "disciplinati", dobbiamo metabolizzare un pregiudiziale obbligo: quello della risposta. C'è un tale, maschio o femmina, dietro un banco, una scrivania o altro simbolo del potere che ci interroga. E noi, un po' angosciati e timorosi, dobbiamo fornire risposte. Ma non risposte qualsiasi, bensì quelle che nei vari camminamenti sono "obbligatorie", quelle che fanno di noi personcine inquadrate. Guai a discostarsi, perché in quel caso immediatamente viene diffusa di noi una immagine: quello è strano, "diverso" nelle varie accezioni, non sembra proprio la giusta proiezione del cittadino modello cui il potere deve aspirare. Per poter riprodursi e continuare in eterno. Simile a se stesso, sai pure con abiti e qualche dettaglio differente.

Sin da giovane ho dato segni evidenti di una palese insofferenza alle regole scritte da altri, quei vari libri sacri che spesso non condividevo e che mi sembravano una grande fregatura, spesso un affronto alla semplice logica. Mi è capitato così di suscitare varie forme di reazione, subdola ovvero violenta, a questa impensabile ed improponibile voglia di pensare con la mia testa. Magari pessima, ma in ogni caso mia. La repressione giungeva nelle varie forme: con un pretesto amoroso una fanciulla borghese mi staccò dalla amata musica degli anni giovanili, forse realizzando anche uno scopo sociale lodevole, perché riconosco di essere stato sempre una mezza frana musicale. Ma fu pur sempre una dolorosa rinuncia. Poi tentarono, riuscendoci apparentemente, di inquadrarmi in una organizzazione di lavoro tra le meno creative di quelle disponibili. Ci provarono anche con le marce e i discorsi allucinanti sulla patria (?), poi con le varie gabbie di una vita borghese. Ed io, miseramente, continuavo a fornire risposte. Non esattamente quelle che gli interlocutori pretendevano, ma comunque erano rinunce a me stesso, con rappresentazioni persino grevi di un altro da me. Un altro che ha dovuto affrontare anni di autogiudizio severo e di interni conflitti prima di potersi liberare.

Poi, finalmente, anche se tardivo, è arrivato il mio 25 aprile. Alla mia età, purtroppo non più verde, ho deciso di non rispondere a quelli che si aspettano da me certe risposte preconfezionate o che in modo oltraggioso credono di potermi continuare ad insegnare il mondo e la vita attingendo ai loro libri.

Semplicemente non rispondo. Mi sono infatti convinto che una risposta darebbe una indiretta dignità ad interlocutori che per l'assoluta mancanza di sensibilità e di rispetto dimostrano di non meritare interlocuzione.
Ed il criterio discriminante della improprietà della domanda l'ho individuato nel tempo e vi assicuro che funziona: "farei mai una domanda del genere a qualcuno?" Se al quesito rispondo di no vuol dire che chi chiede sta andano oltre quei precisi limiti che intendo consentire agli altri

La vecchiaia deve avere pure aspetti positivi o è solo una straordinaria fregatura?

giovedì 15 luglio 2010

il polpo per sempre

Un caro amico mi accredita di notevole competenza in campo calcistico. Superato il legittimo dubbio dello sfottò, nel tempo ho realizzato come si fosse formata questa convinzione, mettendo insieme qualche pronostico azzeccato e poche banali considerazioni su alcuni giocatori. Certezza rafforzatasi di recente con le mie facili previsioni alla vigilia degli ultimi mondiali sudafricani. In soldoni, il polpo Paul ed io abbiamo colto nel segno. Ignaro di come abbia fatto il bravissimo collega opinionista acquatico, potrei sciorinare scarni concetti sulle motivazioni delle mie indicazioni. Ma vi risparmio, esprimendo invece una diffidenza di base su tutti gli esperti di calcio. Credo che non ci capisca niente nessuno e mi perdoni persino l'ammirevole Paul. La fortuna reale di questo gioco che visto dall'esterno potrebbe sembrare una follia, risiede invece proprio nella difficoltà elevatissima di poter prevedere che cosa succederà, specialmente in un torneo come la coppa del mondo. Troppi i fattori da ponderare; quasi impossibile riuscire a metterli insieme tutti ed a ricavarne ipotesi attendibili. Al massimo, si possono tirare fili logici per escludere la possibilità di successo di alcune squadre, procedimento che avevo seguito nel mio vaticinio. Mi era intanto impossibile immaginare che un icona della mancanza di razionalità come Maradona potesse essere un credibile tecnico. Di una seleccion di zeppa di talenti ma altrettanto condizionata da estri e umori che nemmeno il più freddo e navigato coach avrebbe potuto arginare. Si sono trovati contro una squadra di medio profilo, come la Germania, che sfruttando tutte le vistose carenze argentine ha impartito una lezione de futbol difficile da dimenticare. Altrettanto dicasi per la sciamannatissima Italia che, se anche avesse avuto un tecnico meno arrogante e più umano, non sarebbe andata molto oltre i suoi meriti.
E via escludendo, anche la capelliana Inghilterra non prometteva nulla di buono, senza ricambi e con poche vecchie glorie sazie di successo. Superate le secche delle immancabili outsider, non restavano che Spagna ed Olanda che avevano fatto bene nelle qualificazioni, motivate da una fame di mundial, traguardo mai tagliato.
Come ha ben detto qualcuno, avremmo fatto meglio ad individuare per tempo il nostro animale saggio. Ci saremmo risparmiati di mandare in Sud Africa quella pletora di sedicenti saggi ed opinionisti che hanno impunemente pascolato sui nostri schermi pesando sull'erario - quindi a spese di noi contribuenti - quanto mezza manovra finanziaria.

mercoledì 14 luglio 2010

il nuovo che arretra


C’è un’associazione nazionale, con forte radicamento anche nei territori regionali. Si chiama ACDP, acronimo che sta per Associazione Caduti dal Pero. Incalcolabile il numero dei soci, ogni giorno crescente. Tutti col distintivo in fronte, il bernoccolo che testimonia della repentina caduta. A dimostrare inequivocabilmente che anche loro si sono staccati dal ramo e battendo a terra hanno ripreso a vedere le cose che erano sempre state davanti agli occhi di tutti, ma che per un qualche recondito motivo erano sottratte alla loro visione. Un nome emerge su tutti per rilevanza istituzionale: Stefano Caldoro, neo governatore campano. Infatti, il giovine tenebroso presidente si è d’improvviso reso conto che tra le sue falangi c’è un diffuso puzzo di marcio. Ma, ci chiediamo, quando faceva campagna elettorale non si era mai accorto di essere accompagnato da un mondo (a)variato di sostenitori. Nello sforzo del momento, pur di buttare giù l’avversario di turno, distratto anche lui come il povero Scajola, non aveva fatto caso che il suo consenso cresceva grazie a patti con ogni specie di personaggi. Molte di queste intese passavano probabilmente senza un suo controllo diretto. Ma alla fine, il beneficiario .. finale restava lui. Che avrà pensato dentro di se, magari senza neanche ammetterlo fino in fondo: “se la vita politica nazionale si ravviva solo per i gossip sull’ultima fiamma del capo, chi vuoi che si accorga che il mio voto è condizionato dalla mala, dalle cricche locali, da piccoli e malsopiti mal di pancia? E poi, peggio di Bassolino potrò mai fare? A volerci provare è quasi impossibile. E allora andiamo avanti, magari scansando sul percorso solo le dejezioni più grandi”.

giovedì 8 luglio 2010

Le truffe per veri furbi e gonzi

Da circa venti anni nel mondo si sono diffuse comunicazioni truffaldine destinate di solito a gente comune. Dapprima via fax, poi via mail, nel corso degli anni è stato diffuso un messaggio in lingua inglese che ha identica struttura di base, sia pure articolato in tante varianti. In sostanza si dice: "abbiamo avuto il suo nominativo come quello di un soggetto affidabile; sono (o siamo) un funzionario pubblico dello stato... ed abbiamo depositato in maniera illecita un forte quantitativo denaro. Le restrizioni valutarie del nostro stato ci impediscono di trasferire questo denaro all'estero. Ci serve pertanto la sponda di un rapporto bancario in un Paese diverso dal nostro per poter trasferire questa ingentissima somma. Qualora il destinatario sia disposto ad offrire le proprie referenze bancarie gli riserveremo il dieci (quindici/venti) per cento di quanto accreditato."
Chi riceve questa allettante proposta ha di solito riserve e perplessità. Normale chiedersi che cosa ci sarà sotto? Poi la trafila consueta. Si va dall'amico in banca ovvero da un avvocato che conosca l'inglese e si affrontano i rischi connessi che, almeno nella prima fase, sembrano inesistenti perché viene richiesto soltanto di comunicare conto corrente e banca.
E allora l'ingordigia e la curiosità prevalgono e si comunicano i dati richiesti. Con una tempestività eccezionale i maghi della truffa rispondono che non ci sarà alcun problema e che comunicheranno in tempi brevissimi le coordinate dell'accredito. Che arrivano attraverso moduli creati artificialmente che dimostrano l'avvenuta intestazione dei fondi (50, 100, 150, o 500 milioni di dollari USA), a nome della "vittima", presso la banca dove si dice che siano depositati i fondi. A questo punto il titolare del conto deve solo chiedere alla banca estera il trasferimento.
In questa fase, i truffatori bombardano la vittima di comunicazioni: "sta andando tutto bene, i fondi sono già stati inviati.. però ci vorrebbe una spintarella ad un bancario o ad un funzionario di ministero. Bastano 10 mila dollari e i fondi arrivano entro 24 ore."
L'ingorda vittima, vero furbo ed autentico gonzo, segue le indicazioni dei truffatori. Allettato dall'ingente sperato guadagno, trova la somma richiesta e la invia secondo le direttive dei burattinai.
La truffa è fatta!
Negli ultimi venti anni pare che circa un milione di persone abbiano abboccato a questa procedra fraudolenta che normalmente va sotto il nome di "truffa nigeriana", perché all'inizio lo schema base prevedeva funzionari dell'ente petrolifero nigeriano che dicevano di aver accantonato somme con sovrafatturazioni di greggio. Non ci sono però statistiche attendibili, perché, comprensibilmente, molte vittime hanno evitato per la vergogna di denunciare l'accaduto.
Dicevo di centinaia di sofisticazioni ed evoluzioni dello schema iniziale. Eredità di vecchie suore, di parenti in Brasile e Argentina. Quello che certamente non manca è la fantasia degli ideatori e dei loro emuli che hanno perfezionato "pacchi" sempre più elaborati e credibili.
Con l'evoluzione tecnologica si è sviluppata la truffa di vendite sul Web.
In uno dei tanti mercatini di compra-vendita su internet offriamo un oggetto di casa che non ci serve: ad esempio uno strumento musicale antico. Corrediamo l'offerta con qualche foto.
A brevissimo giro arriva una mail che ci dice che l'oggetto piace, con richiesta di prezzo.
Alla nostra precisazione del quantum arriva una rapidissima replica. Il prezzo è stato accettato e il nostro corrispondente ci rivela di essere un intermediario, che vive di questo commercio. Tratta per conto di terzi interessati che hanno apprezzato quanto noi offriamo. Non ci dovremo perciò sorprendere se riceveremo un assegno - non si parla mai di accredito - di importo superiore. La differenza tra l'importo dell'assegno ed il prezzo da noi stabilito sarà il guadagno dell'intermediario che dovremo rimettere su un certo conto.
E l'assegno arriva, tratto su una esistente banca estera, - di solito inglese, irlandese, scozzese
- di importo tre o quattro volte superiore a quanto da noi richiesto. Ci dicono i truffatori che basterà versare sulla nostra banca l'assegno e contemporaneamente fare il bonifico per la differenza. Per chi non abbia dimestichezza con il mondo delle banche è bene precisare che le banche del Regno Unito possono stornare l'accredito effettuato anche sei mesi dopo l'accredito.
Capita così, inevitabilmente, lo storno dell' intero importo dell'assegno al quale il povero correntista non può opporsi. Nel frattempo il triplo o quadruplo del prezzo pattuito è volato via all'estero verso lidi sconosciuti ed inarrivabili.
Questi ingegnosi ideatori di meccanismi truffaldini meritano la nostra considerazione per la fantasia e la creatività. Ma non la nostra ingorda fiducia!