mercoledì 26 ottobre 2011

emozioni e mali di pancia

Prese di posizione estemporane, malpancismi di stagione, esternazioni incontrollate e dettate solo dal magone del momento fino ad arrivare alla terribile "legislazione emotiva". Tutti fenomeni collegati al desiderio di molti di battere il ferro finché è caldo ed esprimere un commento, ovvero di decidere su di una questione diventata di grande attualità, manifestando così i propri pensieri nel momento in cui succede un fatto di rilevanza o risonanza collettiva. Certamente è un nostro diritto non comprimere la mente e dare sfogo anche agli stati d'animo suggeriti dalle emozioni. La sola precauzione che dovremmo osservare risiederebbe nel non alimentare con questi comportamenti di massa miti e culti, tali da influenzare i soggetti più sprovveduti o fragili, creando solo visibilità mediatica. Qualche anno fa nella mia città avvennero, quasi in contemporanea, due disgrazie. Vittime dei tragici fatti due ragazzi, uno ventenne e uno ancora più giovane. Il primo era stato colpito a mare da un motoscafo. Apparteneva ad una famiglia molto in vista in città. Si scatenarono catene di amici, giornate dedicate alla memoria del povero giovane, siti web, blog e diavolerie del genere. A lui amici e conoscenti dedicarono un'intera pagina di necrologi, spendendo in questo modo diverse decine di migliaia di euro, ad esclusivo beneficio del giornale che pubblicò gli annunci. Mi sono sempre chiesto quanto bene potesse fare tutto questo tran tran ai poveri familiari del ragazzo. O se, invece, la repentina e temporanea invasione dei mezzi di comunicazione nella loro sfera privata non rendesse ancora più complessa la gestione del lutto di questo nucleo familiare. Negli stessi giorni, vittima di un automobilista pirata, moriva un ragazzino. Famiglia di estrazione popolare, il padre aveva acquisito una certa notorietà per una brevissima e sfortunata stagione da calciatore nel Napoli. Lui e la madre del piccolo presero una meravigliosa decisione, quella di donare gli organi del povero adolescente. Forse divento retorico, ma pensare che attraverso quella autentica nobiltà di comportamenti alcuni ragazzi di Napoli oggi vivono una vita migliore, mi fa considerare l'abissale differenza nelle reazioni. E resto convinto che i genitori della piccola vittima della strada hanno trovato un proprio modo di gestire il grande dolore attraverso la generosità e la solidarietà umana.

giovedì 6 ottobre 2011

non scappate! c'è posto ancora

Avanti c'è posto, avrebbe detto un bigliettaio di bus. Figura mitica, ormai superata dalla tecnologia della obliteratrice. Personaggio che dava fiducia anche nei momenti difficili. Quando il muro umano del mezzo pubblico non faceva sperare bene, c'era lui a restituirti la speranza di un minimo spazio vitale. Immaginate un uomo del genere che ci dicesse: italiani non scappate, non desiderate di andare a vivere in Svizzera o sulla Costa Azzurra. Il vostro Paese offre ancora opportunità per tutti e nel tempo riprenderà decoro, dignità e credibilità internazionale. Scompaiono di colpo i tristi figuri che oggi occupano la scena pubblica, ritornando a fare quello che hanno sempre fatto, cenciaioli e cartonari, parassiti perpetui, destinati a causa delle loro incapacità a vivere di pubblica carità.
E la gente di mezzo, quella che ogni giorno va a lavorare con i mille problemi, diventa protagonista della storia e del proprio destino.
Questa terra non può essere impersonata dagli attuali reggenti. Per sopravvivere dobbiamo essere convinti che la società civile è meglio di loro e che la coscienza e lo spirito nazionali non si identificano negli squallidi attuali governanti, incapaci di qualsivoglia sussulto di dignità e di autonomia di pensiero. Ripiegati sull'interesse proprio e della fazione, immemori di quel mandato fiduciario che un popolo gli avrebbe attribuito.
Qualcuno negli anni scorsi ha affermato che l'attuale premier è la fotografia e al tempo stesso l'aspirazione dell'italiano medio. Non può essere così. dobbiamo rifiutarci di crederlo. La meschinità e grossolanità dei comportamenti di questo tale ricordano soltanto i grotteschi personaggi del ventennio, con i loro riti e le pantomime di falsa rievocazione storica. Intanto è passato quasi un secolo, la scolarizzazione di massa, il benessere crescente, una diversa diffusione dell'informazione ci avrebbero dovuto mettere al riparo da personaggi da operetta.
Se così non è stato, facciamo in modo che il domani sia sgombro da pericoli del genere.
Avanti ci deve essere posto!