mercoledì 23 aprile 2014

era .. de maggio

De Maggio: chi era costui? Niente a che vedere con i celebri fratelli Maggio, la memorabile dinastia di attori e caratteristi del teatro napoletano che ebbero in Pupella, sensibile attrice, la massima espressione, in Natalia un'affascinante soubrette con i fratelli Dante, Enzo e Beniamino apprezzati interpreti di cinema e teatro. E proprio niente a che fare con la meravigliosa melodia "era de maggio".
No, parliamo di un sedicente giornalista, lazzaro quanto basta per essersi guadagnato un posticino tra i figuranti delle televisioni napoletane. Su una rete campana conduce un talk show sportivo a base di tifosi e tecnici. Prodotto perfettamente consono al suo stile ed al suo livello professionale. In altri termini non vale niente, così come i falsi dibattiti che fioriscono in quel salotto, con personaggi che niente hanno da fare di diverso che perdere il tempo in uno studio televisivo locale. Ex calciatori di ridotta risonanza, allenatori sempre esonerati,  insieme ad altri mestieranti della carta stampata. Tutti impegnati a tramare critiche o ad inventare casi sul niente o quasi.
Il modello  è quello del processo di Biscardi. Ma l'ex rosso al confronto del De Maggio appare come un colosso, un autentico titano.
Negli ultimi tempi, non sapendo che cosa fare, con le sorti del campionato ormai fortemente delineate, il parterre di sfessati guidati dal capo branco de Maggio ha organizzato una critica sistematica al Napoli calcio, alla società, al tecnico, ad alcuni giocatori. Se ci fosse un moderatore nel senso autentico della parola magari tenterebbe di introdurre qualche elemento di ragionevolezza in quello sciamannato contesto. Neanche a parlarne, il conduttore versa benzina sul fuoco per alimentare i toni delle vaccate,  già tanto accesi.
E così ultimamente il presentatore ha avuto la fantastica trovata di negare la parola ad una giovane giornalista presente. Rea, quest'ultima, di non accodarsi al coro di critiche e di mantenere una propria linea di pensiero e di espressione discoste da quella del boss del salotto.
E De Maggio ha allontanato la ragazza dalla trasmissione sostenendo che la stessa non avesse titolo a parlare del Napoli. Perché? La giornalista sarebbe legata sentimentalmente a Nicolò Frustalupi, allenatore in seconda di Mazzari, ormai approdato sulle sponde nemiche dell'Inter e considerato un traditore secondo l'etica di parte.
La fiera Jolanda, questo il suo nome, non ha fatto alcuna scenata, ma con assoluta dignità e schiena dritta si è alzata ed andata via. E successivamente ha respinto le scuse del gaglioffo, rifiutandosi di tornare a fare parte della tappezzeria dello studio.
Buona fortuna a lei, giovane e leggiadra donna. Allontanarsi da certe atmosfere le servirà certamente a trovare altrove la fortuna che merita. Dove riuscirà ad allontanare dalle narici il tanfo di pochezza che emana  da quello studio e dal suo ineffabile burattinaio.

martedì 22 aprile 2014

alla ricerca del post perduto

Con una di quelle manovre che rivelano la mia "proverbiale maestria" in fatto di informatica ho distrutto una quindicina di pietre etrusche, quelle dell'ultimo periodo. Visto l'eccezionale valore dei miei scritti ho subito pensato di allertare l'Accademia della Crusca ed altri organismi di tutela del patrimonio culturale nazionale. Pensiero che non si è tramutato in azioni, state tranquilli. Nonostante tutto, resta il mio dispiacere per avere perso in un buco nero qualche tentativo di tracciare una mia personale memoria dei fatti e delle cose contemporanee.
Me ne farò una ragione, magari attivando per il futuro quello che resta della mia capacità di attenzione per evitare nuovi infortuni del genere.
Come alcuni amici sanno, il mio blog è un rifugio amato dove conservare le sensazioni del momento in forma scritta. Non può avere alcuna pretesa di richiamare attenzione o di suscitare interesse. Con il passare del tempo ho scoperto con piacere che è diventato il mezzo per mantenermi in contatto con alcuni amici/lettori. Consensi, a volte dissensi, commenti di sfottò o parole di incoraggiamento. Tutto fa brodo per un etrusco che si propone soltanto di non abbandonare l'abitudine all'espressione scritta. Un modo per rileggere i propri pensieri e anche per esorcizzare i mali di pancia che sprigionano dall'attualità.