martedì 24 gennaio 2012

la diffidenza

La diffidenza è più forte di ogni altro sentimento. Più intensa della pietà, della riconoscenza, della stima, dell'amore. E, tra l'altro, è terribile perché sebbene fatta di nulla invade tutto, non basandosi sulla realtà, bensì sulla probabilità. Non ha prove, ma ne cerca; ovunque e non c'è spazio per atto umano che non si presti al suo spietato scrutinio. Non esistono affetto o virtù capaci di superare la prova del suo acido corrosivo. La diffidenza è dubbia, e il dubbio non ha confini perché è ignoranza, nel senso di insufficiente conoscenza. Così il sospetto è tanto più amaro e doloroso della verità, avendo confini infinitamente più ampi.

domenica 8 gennaio 2012

un mandolino lucano

Qualche anno dopo il terribile terremoto del 1980, nella vecchia casa del paesino di famiglia in Lucania trovai un mandolino. Da quasi chitarrista, la scoperta di uno strumento musicale in una casa "austera" mi fu particolarmente gradita e fu di stimolo alla ricostruzione della storia di questo strumento musicale. Un oggetto che potrei definire "eccentrico" rispetto alla normale tipologia dei reperti familiari, composta da libri ed oggetti antichi di chiesa e tantissimi volumi di diritto.
Una polverosissima corrispondenza mi rivelò i particolari: mio nonno, nato nel 1877 ricevette in dono questo strumento nel 1894 come premio per la sua licenza liceale, conseguita a soli 17 anni presso il liceo di preti di Muro Lucano.
Di questo nonno che ha vissuto con me per molti anni conservo un ricordo lietissimo. Di bell'aspetto, sempre elegantissimo, usava la sua vena ironica per difendersi dagli insulti del tempo e per arginare gli inevitabili contrattempi del vivere. Tra i quali avevano per lui un certo rilievo l'imperversare delle due figlie femmine. Che lui trattava con una forma di disincantato distacco e non certo per mancanza di affetto.
Rimasto vedovo ed ormai anziano, aveva il suo da fare per contenere le premurose cure che le due figlie avrebbero inteso riservargli. Ma resisteva, così come aveva fatto tanti anni prima con il fascismo. Sempre con il suo stile tenace e misurato di magistrato liberale che, in pieno regime, era andato al funerale dello storico Ciccotti mostrando all'intera collettività di Potenza quanto per lui fosse importante dare l'estremo saluto all'amico, diventato simbolo della resistenza al potere. E con lui pochissimi altri "notabili" cittadini.
Lo stesso uomo che si era rifiutato di prendere la tessera del partito, obbligatoria per tutti i pubblici funzionari, fino al 1939. E che quando poi fu costretto ad accettarla per non perdere il suo posto di lavoro, la vergò con parole furiose.
Un lato insospettabile di questo riservato signore era quello artistico e poetico, anche questo ricostruito da me attraverso le delicate poesie e gli spartiti musicali. Il mandolino, dono della maturità, era stato un compagno fedelissimo, che lo aveva accompagnato in madrigali per le dame ed in particolare per l'amatissima moglie.
Quando ritrovai lo strumento mi resi conto che aveva bisogno di un operazione di restauro. In quasi cento anni era rimasto in discrete condizioni, ancora avvolto in una fantastica fodera con manico, purtroppo andata perduta in qualche trasloco. Ma a chi affidare la delicata operazione di recupero? Si trattava di un mandolino della liuteria Calace di Napoli, piazza S. Domenico Maggiore, ditta ancora presente a Napoli.
Alla vista del mandolino gli eredi Calace furono piacevolmente sorpresi e mi chiesero subito se avessi voglia di venderlo. Spiegai che il mio proposito era quello di ridargli voce e i titolari della liuteria sembrarono comprendere questo mio desiderio.
Calace è un cognome lucano, pare prevalentemente di Pignola. Di Pignola era Nicola Calace, farmacista e rivoluzionario coinvolto nei moti antiborbonici dei primi dell'ottocento e per questo condannato alla confisca degli ingenti beni di famiglia ed alla deportazione nell'isola di Procida. Dalla quale erano poi partiti i figli per dare vita alla celebrata liuteria napoletana.
Il lavoro di restauro durò sei mesi e risultò costosissimo. Ma lo strumento è tornato al suo splendore e credo che abbia ritrovato quasi tutti suoi timbri sonori d'origine.
Restava la decisione sul che cosa farne: imparare a suonarlo, esporlo come oggetto d'arte in casa o restituirlo alla sua vocazione cedendolo ad un mandolinista?
Dopo anni di indecisione da pochi giorni ho ricevuto al proposta di un signore, qualificatosi come docente di mandolino a Roma, disposto a rilevarlo ed a farlo suonare ancora.
Ci incontreremo tra pochi giorni e se la trattativa dovesse concludersi mi priverò di un oggetto caro con la sola ed unica speranza di restituirlo alla sua funzione che non può essere quella di oggetto di arredamento.

giovedì 5 gennaio 2012

il delitto di lesa maestà

Su un diffuso social network ho seguito nei giorni scorsi uno scambio dialettico tra un risentito scrittore ed un suo lettore. Il primo, ha avuto una reazione assolutamente scomposta di fronte ad una critica del secondo, aficionado dei suoi scritti, colpevole di aver rilevato nell'ultimo libro una certa deriva commerciale. E così lo scrittore, uomo di età media, la poneva sul personale, richiamandosi alla sua asserita onestà intellettuale che gli proibirebbe qualsiasi compiacimento verso il pubblico, indirizzato com'è dalla ispirazione allo stato puro.
Avevo letto il libro in questione, avendo da tempo scoperto questo piacevole autore che, a mio personale giudizio di semplice lettore, ha interessanti qualità letterarie. Intanto il volume ultimo è più corposo delle opere precedenti, con la legittima aspirazione di rivolgersi ad un pubblico sempre più vasto. E sempre in quest'ottica, sembra perdere le caratteristiche di opera destinata ad una particolare area geografica, stemperando i riferimenti a luoghi e situazioni tipiche di una certa città. Mi sembra che non si possa obiettare alcunché alle scelte dell'autore, potendo persino immaginare che questi nuovi indirizzi dipendano da superiori scelte editoriali.
Ed anche in questo caso un autore che tenti la sortita dallo stretto circuito regionale affrontando platee più vaste non merita che apprezzamento per il coraggio e solidale comprensione se qualche suggestione gli sia stata imposta dalla linea dell'editore.
L'unica cosa che non funziona è la reazione inviperita rispetto alle garbate perplessità mosse dal lettore.
Se siamo già al delitto di lesa maestà autorale siamo messi proprio male. E, almeno personalmente, prendo le distanze da chi non accetta che il suo pubblico possa muovere censure di vario ordine. Nella reazione si leggeva tra le righe una domanda: ma tu chi sei? non sei nessuno e come ti permetti di criticarmi?
Molti scrittori si sono persi tra le pieghe occulte della vanità. In troppi hanno perso la testa, rincorrendo soltanto elogi di facciata, non affrontando con doverosa autocoscienza le ferite che le stroncature arrecavano ad un ego ipertrofico.
Speriamo che non sia questo il caso, perché come dicevo, specialmente le opere iniziali facevano sperare in uno sviluppo ed in un roseo futuro di questo autore.

mercoledì 4 gennaio 2012

indicazioni stradali sparse per terra

indicazioni stradali sparse per terra (di Nedzad Maksumic)
Era un anno fertile per il grano come mai in passato, era tutto in abbondanza… quelli che erano malati cronici e che tanto desideravano la morte, consegnarono finalmente con un sorriso l’anima a dio. nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso. la pioggia portava con sé la polvere dei deserti d’oltre mare. i vecchi dissero: ci sarà la guerra! nessuno prestò credito alle loro parole e nessuno fece nulla. giacché, cosa si poteva fare contro la profezia! solo cantammo per intere giornate, fino a restare senza voce, per poter consumare tutte le vecchie canzoni, perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata dal tempo.
1. quando intravedono il primo cadavere per la strada, le persone voltano la testa, vomitano e perdono i sensi. senti il tremore per primo nelle ginocchia, poi ti manca l’aria, ti gira la testa. sono di aiuto in questi casi l’acqua fredda, leggeri schiaffi. se lo svenuto non rinviene, sdraialo sulla schiena e sollevagli le gambe in aria. se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un vicino, non permettergli di avvicinarsi e di guardarlo. le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento. e non si ha tanto tempo a disposizione. è raccomandabile piangere, fa bene al cuore. ma neppure per questo c’è tanto tempo a disposizione.
2. se la città è in stato d’assedio, occorre mandare i più coraggiosi a tentare di portare i sacchi di plastica opachi per i cadaveri. se questi non tornano, bisogna avvolgere i morti in lenzuoli bianchi. non è raccomandabile seppellirli senza. ciò fa diffondere il panico e la paura della morte diventa facilmente la paura di finire sepolti allo stesso modo.
3. la sepoltura si svolge di notte, per motivi di sicurezza. perciò, prima della sepoltura, bisogna accertarsi per bene dell’identità del defunto. nel caso di corpi dilaniati, bisogna stabilire con precisione i pezzi che appartengono a ciascun corpo. se si verificano ugualmente degli errori, è meglio evitare di ammetterlo successivamente. tanto per i morti è lo stesso. se vicino alla persona che è stata sepolta, sul posto dell’uccisione, si trovano altre parti di corpo, e si è però già provveduto alla sepoltura, non bisogna gettare i resti nella spazzatura, poiché lì in genere si radunano i cani affamati. la cosa migliore, se si ha tempo e voglia, è di raccogliere in un sacchetto tutto quello che è rimasto e di seppellirlo in superficie vicino alla tomba. bisogna stare attenti che non se ne accorgano i familiari, perché loro concepiscono il cadavere come un tutt’uno e tale frammentazione rappresenterebbe per loro una ulteriore dolorosa frustrazione.
4. in guerra nessuno è matto. o almeno ciò non si può asserire nei confronti di nessuno. molti di quelli che erano matti prima della guerra, in guerra si mettono in mostra molto bene. come combattenti coraggiosi, convinti delle idee dei loro capi.
5. in guerra nessuno è intelligente. non devi credere alla verità di nessuno. le lunghe disquisizioni sull’insensatezza della guerra del professore di una volta, in un batter d’occhio si trasformano in un selvaggio grido di guerra, appena egli viene a conoscenza del fatto che il suo bambino gli è morto per la strada.
6. non ricordarti di nulla. prova a dormire senza sonno. devi ornarti di amuleti e abbi fede nel fatto che ti aiuteranno. abbi fede in qualsiasi segno. ascolta attentamente il tuo ventre. agisci secondo le tue sensazioni. se pensi che non bisogna camminare per quella strada, allora vai per un’altra.
7. non avere paura di niente. la paura genera nuova paura. ti blocca. devi credere fermamente di essere stato prescelto a restare vivo.
8. non lasciare lavori compiuti a metà. salda i debiti. devi essere pulito. non fare nuove amicizie. già con quelle vecchie avrai abbastanza preoccupazioni.
9. proteggi i ricordi, le fotografie, le prove scritte del fatto che sei esistito. se tutto brucia, se perdi tutto, se ti prendono tutto… dovrai dimostrare anche a te stesso che una volta eri. ammassa tutto nei sacchi di plastica, seppellisci nella terra, mura nelle pareti, nascondi, e solo ai tuoi più cari svela la mappa per raggiungere il tesoro.
10. non ti legare alle cose, alla terra, ai muri, alle case, ai gioielli, alle automobili, agli oggetti d’arte, alle biblioteche… trasforma in denaro tutto ciò che ha ancora un prezzo. e tuttavia, non legarti in alcun modo al denaro. appena puoi scambialo con la tua libertà.
11. adoperati per il bene delle persone. sempre. il più delle volte non lo meritano, ma tu fallo ugualmente. non aspettarti alcuna riconoscenza. non chiedere per chi fai il bene. non legarti alle tue azioni.
12. non dire ciò che pensi. non essere così stupido a tal punto. perché appena pensi non appartieni più a loro. non tacere, perché non possano pensare che pensi a qualcosa. parla, così, giusto per parlare.
13. se ti imbatti nel pericolo, non essere coraggioso, anche spinto dalla disperazione. tenta di sopravvivere. fai tutto quanto è nelle tue possibilità. soltanto devi stare attento a non mettere altri in pericolo con i tuoi tentativi. finché non sei morto sei vivo. sembra comprensibile. non togliertelo mai dalla testa. se devi sacrificarti, fallo per le persone cui vuoi bene, non farlo mai, in nessun modo, per delle idee. il tuo sacrificio verrà giudicato dagli altri sempre in maniera scorretta, a seconda della loro coscienza e della loro prospettiva. le idee passeranno, si rovineranno, diventeranno comiche. se resti vivo, vedrai quanto sarà difficile continuare a credere in loro.
14. non supplicare per nessun motivo. non supplicare nessuno. neanche se c’è di mezzo la vita. è una questione di buon gusto. pensa solo cosa vuol dire vivere sullo stesso pianeta con una persona che ti ha risparmiato la vita.
15. non devi metterti a capo di nessuno. per nessuna ragione. quando ti volti a cercare aiuto, dietro a te non ci sarà nessuno. non fare affidamento su nessuno, ma non sottrarti al fatto che quelli che ami fanno affidamento su di te. questo è salutare anche per te. devi sapere: perché? gli obiettivi non devono essere grandi, in nessun modo di carattere generale. conoscevo una persona che per tutto il tempo ha desiderato di bere una birra. è vero: non ci è riuscito, ma era splendido vivere desiderandolo.
16. non devi stupirti di nulla. di ogni possibile prodigio. non devi farti deprimere da nessuna cosa. anche prima erano tutti fatti così, solo che le condizioni erano diverse da quelle di adesso. questa è la prima occasione per mettersi alla prova. così tanti sono delusi da se stessi che in confronto la tua delusione è un nonnulla. e se qualcuno ti tradisce una volta, non lasciargli la possibilità di farlo un’altra volta.
17. cerca di essere sempre prudente. se hai bisogno di una buca in cui ripararti, scavatela da solo. se qualcun altro lo fa per te, la buca potrebbe rivelarsi troppo piccola.
18. non hai il diritto di adirarti con nessuno. e tuttavia, non devi dimenticare nulla. quando tutto è finito, decidi di cosa non vuoi più ricordarti. se tutto è passato. non dimenticare gli esami che alcuni non hanno superato.
19. e però non fondarti su questo. non aspettare l’occasione per poterti rivalere. la vendetta ti deve essere estranea. una questione che appartiene ad altri. se sopravvivi, vivi per te e quelli che sono sopravvissuti insieme a te.
20. e ancora, non immaginare mai di essere il signore della verità. nessuno lo é. a te è sembrata in questo modo. a un altro è sembrata diversamente. mantieni per te il pezzetto della tua verità. servirà soltanto a te. rinuncia al diritto di scrivere la storia dell’assedio. non contrapporti ai nomi di quei morti che sono stati scelti come eroi. non sperare di riuscire a mettere a posto qualcosa, neanche una ingiustizia rimasta in sospeso. in quel momento, quando hai intravisto il primo cadavere sulla strada, la storia del dopoguerra era già stata scritta. poi ci metteranno solo i nomi delle persone, delle città, delle montagne, i baluardi che si sono gloriosamente difesi e i baluardi che sono gloriosamente caduti. non c’è posto qui per la tua verità. ora che sai tutto questo, prova a proteggere te stesso e forse a salvarti la testa. se non ti riesce, almeno non ti annoierai

martedì 3 gennaio 2012

il cesso di Salinger

Ma che modo incominciare l'anno, direte. E' una deriva volgare che porta l'etrusco a principiare l'anno in un modo così sguaiato? Forse. Mi riservo la libertà di bestemmia e di cattiva parola, ove ne sentissi il bisogno. Ma il tentativo di rimanere aggiornato con i tempi mi sta creando qualche rilassamento intestinale.
Leggo quasi atterrito che gli immigrati in Italia dovranno pagare l'ennesima marchetta di stato per avere lo straordinario piacere di rimanere in questo paese delle meraviglie.
Mi pare pure giusto. Alzarsi alle 4 del mattino rimanendo in attesa del caporale o badare in ogni senso ai nostri anziani abbandonati merita pure una certa considerazione. E zacchete, l'amministratore del condominio italia, ragionier Monti, pronto subito ad incollare l'ennesima "figurella" del suo già cospicuo album fotografico da grande statista.
Nel frattempo a riabilitare il numero sempre crescente di giovani senza lavoro, o precari o destinati alla fame ed alla depressione ci pensa un pedatore che, da oltre un anno, ha inscenato un tonico braccio di ferro con la sua società. E che, per fortuna, sembra che abbia trovato un accordo: sei milioni di euro all'anno per un contratto quadriennale, oltre ad una comoda clausola rescissoria da 25 milioni di euro per andare via se la squadra non dovesse raggiungere gli obiettivi che il pedatore ritiene consoni al suo rango di "prima scelta".
Si riesce, in altre parole, a far convivere nello stesso contesto sociale pensionati da 450 euro al mese con giovanotti da 500.000 euro al mese. Ed è un autentico miracolo di convivenza sociale che rappresenta questa disgraziata terra meglio di ogni saggio di approfondimento sociologico. In un altro posto sarebbero già usciti i machete ed i kriss. Ma, questa è anche la nazione ove ha la sede il vaticano, cioè il sopruso e l'arroganza diventate istituzione suprema.
Consoliamoci con una sola considerazione: negli USA, sommo paese guida di tutte le porcate mondiali, il cesso di Salinger viene battuto all'asta per un milione di dollari. C'è un fortunatisimmo collezionista che si è assicurato in casa questo preziosissimo accessorio che accoglieva le dejezioni dell'autore del giovane Holden.
E' vero fa parte di un altro capitolo. Però non negate che ad essere coglioni non c'è marchio di denominazione geografica controllata che tenga. Evviva!