lunedì 28 novembre 2011

fare denuncia a chi di dovere..

Fino ad ieri ho vissuto nella beata ignoranza di chi fosse la signora Yanina Screpante. Ma, nonostante tutto, sopravvivevo. Poi con i giornali di oggi, finalmente, la rivelazione. La signora in questione, definita amabilmente dalla stampa "Lady Lavezzi", ha pensato bene di rivolgersi a Twitter per denunciare la rapina del Rolex subìta da qualche giorno in via Petrarca, oltre a sfogare la sua indignazione consegnando ai posteri la sua definizione di Napoli: "ciudad de mierda". A parte le immediate considerazioni sulla visceralità dello sfogo, dobbiamo arguire che la lady, cittadina straniera, non è stata informata a dovere su quali siano nel nostro Paese gli organi ai quali denunciare un evento delittuoso del genere. O forse si è convinta - a ragione - attraverso la storia di altro pedatore rapinato e immediatamente risarcito - che il ricorso alle forme alternative di denuncia risulti di gran lunga più opportuno, oltre che conveniente. Un destino poi quello di questo Rolex! Da pochi giorni il fidanzato di Yanina, il funambolico Lavezzi, lo aveva riottenuto insieme ad altri sei orologi, presumiamo preziosi, a seguito del dissequestro di beni ritrovati a casa di Marco Iorio. Un nome entrato in inchieste giudiziarie cittadine con l'accusa di contiguità alla camorra, ma buon amico del Pocho che, udite, udite, aveva anche lui ben pensato di affidare all'amico i suoi preziosi orologi, considerando la di lui casa assai più affidabile e sicura di qualsiasi cassetta di sicurezza bancaria.
Da questa storia amena, ma non troppo, facciamo discendere la convinzione che questi idoli delle folle provenienti da terre lontane hanno compreso appena arrivati dalle nostre parti che la polizia e le banche non funzionano o funzionano male. e che per tutelare gli ingenti patrimoni accumulati a pedate è meglio rivolgersi a Twitter o "agli amici degli amici". Il risultato è quasi garantito!

domenica 27 novembre 2011

questa è l'Italia e questi sono gli italiani

Avevamo deciso per una giornata spensierata a Salerno. E fin quando siamo rimasti a Salerno è andato tutto a gonfie vele. Temperatura mite, sole che riscaldava, la folla giusta per strada, un ristorantino vicino al mare che ci ha deliziato con uno spaghetto alle alici e baccalà con patate. Dopopranzo a bordo mare e tante considerazioni sulle differenze, notevoli, tra la vita caotica, violenta ed insulsa della nostra città e quello scenario, apparentemente quieto e rilassante. In stazione a Salerno, chiediamo dove siano i bagni. Un addetto ci comunica che nell'intero scalo ferroviario di un capoluogo di provincia non c'è un solo servizio funzionante. "chiedete al bar fuori la piazza". Resistiamo e prendiamo un comodo treno che, senza fermate, ma senza neppure bagni, ci riporta a Napoli. Scesi, siamo .. incalzati dalla necessità e troviamo l'unico luogo di decenza della stazione FS di Napoli. A pagamento, con moneta, altrimenti hai voglia a fartela addosso e di sentirti male. Non c'è carta, ovviamente, lo sciacquone non funziona, l'acqua esce solo se ti accorgi che sotto il rubinetto ci sono dei piccoli sensori che avviano il flusso. Va tutto male, ma ce lo facciamo piacere lo stesso, era stata una giornata di vacanza! Come però trascurare le normali riflessioni sul degrado della zona di piazza Garibaldi, sulla disperazione che compare sulla faccia di molti, alle prese con le necessità più minute di sopravvivenza. E così, nel percorso verso casa, dopo pochi minuti, passiamo davanti ad una nota boutique della cravatta dove in paziente attesa una coda di almeno trenta persone attendeva di accedere al tempio del nodo scappino. Pezzi di tessuto, magari ben selezionati per colore e qualità, che costano a partire da cento euro e arrivano molto oltre. Questo il quadro di questa, come di altre città. Nelle zone di frontiera si arriva ogni forma di sacrificio quando non di abiezione personale pur di tirare a campare; nella zona bene individui dotati di cervello e sentimento attendono per ore di pur di comprare il costosissimo oggetto alla moda. Forza italiani, non vi preoccupate della crisi, comprate l'ultimo Ipod o le ultime scarpe di moda. Alla fine il conto lo pagherà pure qualcuno. L'importante è che non siate voi|

domenica 13 novembre 2011

mari o monti?

E' andato a casa? Forse. Di sicuro per qualche giorno non gli sentiremo la bocca traboccante di cazzate. Va tutto bene, sono il migliore statista italiano del secolo. Che poi bisogna intendersi, in questo secolo c'è stato solo lui. Se poi facciamo due considerazioni sulla fine dell'altro regime, nonostante la guerra e i disastri connessi, ci verrebbe da dire che non è mai finito. I notabili democristiani che hanno governato per 50 anni altri non erano che gli stessi burocrati del fascismo smarcatisi all'ultimo momento oppure i successori di quelle mentalità e di quel clima culturale. Tornando a noi, avremo ancora 50 anni di epigoni dello psiconano? Speriamo di no e poi beato chi li vedrà quei tempi. Nell'immediato ci spetta la solita stagione di rigore e di sacrifici in nome di una nazione che continua a non esserci. Nella quale continueranno a sgovernare uccellacci vestiti di nero con i loro ricatti morali e le loro menzogne metafisiche. E dove i "servitori" dello Stato penseranno prima di tutto al loro lesso ed al benessere delle proprie famiglie e consorterie. Godiamoci per quanto possibile queste ore. L'olezzo si allontana, o almeno così sembra, il codazzo di nani e ballerine si attenda nell'angolo in attesa che un altro rigurgito populista faccia riemergere (nel loro caso è termine esatto stante la materia componente) tutto il blocco. Lasciateci illudere che questo signore che frequenta solo salotti finanziari internazionali sia il nostro salvatore. A dirla così già sembra impossibile. Possiamo però quanto meno provare a fargli le bucce e gridargli in faccia colpo su colpo che siamo "in campana" e ci aspettiamo che faccia il suo compitino di ragioniere e se ne vada a casa. Sempre sperando che la prossima volta il popolo elettore non si faccia fottere dall'ultima lusinga di condoni, sgravi, scorciatoie e raccomandazioni di vescovi.

lunedì 7 novembre 2011

il cerino in mano

avverto odori sulfurei nelle ultime giornate politiche. Apparentemente i suoi stanno lasciando il povero nano arrapato. Qualcuno accompagna la decisioni con banali quanto condivisibili argomenti: l'interesse nazionale, la fine del sogno liberista, lo scollamento dai criteri di aggregazione iniziali, il recupero dell'economia. Ma tutto queste manovre ad opera di ex soubrette, (la Carlucci) nuove/vecchie star, (Pisanu) etoiles, (Stracquadanio) mi puzzano di un antico bruciato. Sappiamo tutti che nei momenti di sudore, lacrime e sangue i governi sono stati prevalentemente di sinistra, attribuendo l'opinione pubblica a queste forze politiche quel minimo di pelo sullo stomaco idoneo ad imporre le misure drastiche ai cittadini. E allora vuoi vedere che queste ultime topesse che stanno staccandosi dal lardo non siano d'accordo con il loro pifferaio e che tutti i movimenti il quali assistiamo non siano altro che un concordato minuetto per lasciare il cerino delle restrizioni e dei sacrifici ad un governo "tecnico", come quello che potrebbe essere affidato a Mario Monti? Facciano pure i tecnici, i tecnocrati e i loro sostenitori di sinistra quella manovra effettiva di cui il Paese ha bisogno. Impongano patrimoniali, facciano pure rivivere ICI ed altri balzelli. Noi fetecchioni di destra stiamo a guardare e ci rifacciamo un minimo la faccia per ripresentarci poi felici e vincenti alle prossime elezioni. In un clima meno infuocato Berlusca o suoi cloni potranno diffondere le loro lusinghe di condoni, sconti, scorciatoie, amnistie, salva successioni. Tornando così in sella in questa nazione di moderati e magnoni dove uno zio prete vale mille volte più dell'Ufficio di collocamento. Fino alla prossima crisi, ma dopo aver creato moneta fasulla e fatto debiti per altre venti generazioni.