giovedì 31 dicembre 2009

Pentito dei botti


C’è niente di più facile che pentirsi? Cambia il vento, mutano le prospettive e l’uomo si adegua. Rapidamente contraddicendo quello che aveva sostenuto con passione, magari diventando, come usa dire, più realista del re nella opposizione alle idee che un tempo sosteneva. Pensate agli ex fumatori che rompono.. Anche io, nel mio piccolo, sono un pentito. La mia abiura riguarda i fuochi d’artificio. Lasciandomi alle spalle un passato fatto di tanti ed inutili botti, da qualche anno mi limito a guardare la notte dei fuochi. E dire che ero uno convinto nella fede del “botto”; capace di andare in posti inverosimili pur di procurarmi ogni genere di ordigno. Anche di quelli pericolosi, tipo le vecchie botte a muro che solo a trasportarle c’era il rischio di saltare in aria. Adesso il mio no è un rifiuto netto, finalmente responsabile rispetto allo spreco ed al concreto pericolo di questa orgia del fumo e del rumore che continua a lasciare tante tristissime conseguenze. Se può servire anche l’augurio di un pentito, spero che i concittadini risparmino – almeno in parte - questi soldi che vanno in fumo. In momenti di crisi c’è bisogno di dimostrare umanità e solidarietà nei confronti dei tanti dignitosi che hanno bisogno, dando un calcio a perniciose forme di superstizione

lunedì 28 dicembre 2009

gens napoletana


Avevo una diecina di anni e rientravamo a Napoli, dopo alcuni anni trascorsi tra Bella e Santa Maria Capua Vetere. Era il 1956 e Napoli era in piena ricostruzione. Ancora presenti le villette del Vomero e di San Martino. Tutto un profumo di agrumi e fiori alle pareti. Il distacco dal giardino di Santa Maria era stato pesante, ancora conservo il ricordo della frutta presa con le mani, dal sapore irripetibile. Ma intanto eravamo a Napoli e i genitori si sforzavano a dirci che tutto era meglio e che quella dove abitavamo finalmente era una casa nostra. I primi contatti con i giovani del quartiere, alcuni feroci, ma sostanzialmente tutti bravi ragazzi. Il pallone come stella cometa e le strade libere, i cortili pure, fino allo strillo della signora di turno che ci cacciava avviando il nostro tour intorno al caseggiato. A fine giornata pochi gol, ma tanti spostamenti in tanti improvvisati campi. Poi gli anni del ginnasio e del liceo, nei quali incominciavano i primi approcci con la vita sociale. Sempre più spesso mi chiedevano: ma tu chi conosci? Sulle prime sembrava una domanda bizzarra. Io conoscevo me stesso e quei pochi intorno. In fondo i miei avevano trascorso anni fuori Napoli ed in più avevano una scarsa vocazione per le relazioni sociali. Ad un certo punto quella strana domanda la posi a me stesso. Ma io chi conosco? Dovetti gioco forza inventarmi qualche amicizia. Magari leggendo sui "mosconi" i nomi dei ragazzi che frequentavano zone più chic e che facevano parte della borghesia cittadina. A conoscerli, tramite un compagno di scuola con ambizioni mondane, erano una delusione. Ma che ci vuoi fare, ero a Napoli e quello sarebbe stato il mio ambiente. Dove ero già discriminato, per le scarne conoscenze e perché ero vestito senza il tocco del pullover di Marino o le scarpe di Vellotti. Un provinciale, insomma, tornato in città ma sempre di secondo piano. Nel corso degli anni ho incontrato molti di quei ragazzi e di quelle ragazze. Il mio sconfortato giudizio di allora veniva rafforzato dalla pochezza delle persone adulte di oggi. Qualcuno aveva fatto anche strada, ma l'atteggiamento e l'apertura mentale restavano gli stessi. Piccoli, modesti, con velleità da star e spesso con possibilità da morti di fame. Poche le persone incontrate che avessero prospettive o desideri degni di nota. Napolicchio, con sempre meno cuore e con l'egoismo in espansione.

giovedì 10 dicembre 2009

Tigre presa per la coda


Le recenti vicende del grande golfista Tiger Wood fanno non poco riflettere. Lo star system statunitense è pronto a dare cifre spropositate ad un bel giovane di colore, capace di infilare una pallina in piccole buche disseminate su prati ben tenuti. Si tratta di milioni veri, rappresentati da ingenti premi nei tornei vinti e faraonici contratti di sponsorizzazione. Tiger diventa così lo sportivo più pagato al mondo, che supera per monte compensi tutti gli altri rinomati atleti di basket, baseball , calcio. E' certo una notizia per chi consideri il golf uno sport di nicchia, riservato soltanto a pochi fortunati; ancor più sorprendente perché il nostro Tigre è uomo di colore. E si badi bene, non beneficia dell'onda lunga di Obama, perché da almeno un decennio è al vertice delle classifiche della sua disciplina e di conseguenza sono anni che si porta a casa tanti denari. La storia ci insegna che Tiger inciampi nel più classico dei tranelli che l'esistenza possa riservare ad un essere umano. Ha un debole per il sesso femminile, ben mascherato dall'immagine mite e spesso sorridente. Capita così che dopo un incidente .. domestico, nel quale la moglie di Wood - ex modella e donna di indubbio fascino - fracassa i vetri dell'auto del marito con una mazza da golf, vengono fuori con rapidità impressionanate una serie di nomi di fanciulle o signore che hanno offerto le proprie grazie al simpatico Tiger. E come se non bastasse, lo spirito puritano di quel Paese da un giorno all'altro rivela tutta la sua virulenza, scatenando una campagna negativa che mette in luce una condotta in netto contrasto con l'immagine di bravo giovane che, nel tempo, la macchina del successo gli aveva costruito intorno. Tiger, visibilmente contrariato, si prende una pausa di riflessione, forse rifugiandosi anche lui in qualche convento tra le montagne USA. Nel frattempo i rumours assumono toni da "boatos", fino al punto che gli sponsors decidono per ritirare gli spots televisivi con Tiger e verosimilmente ad iniziare pratiche rescissorie dei contratti in vigore. Morale della storia potrebbe essere nel fatto che qualunque "sistema" ha le sue regole. Condivisibili o meno, poco importa, possiamo persino azzardare che siano fondate su presupposti spesso ipocriti. Se ne può discutere, ma restano in ogni caso certi punti fermi che chi partecipa alla giostra conosce, sapendo che valicare quei limiti significa mettersi oltre quello che la gente comune è disposta ad accettare. Come evitare di fare un raffronto con i casi nostri? Subiamo da tempo un signore stagionato, non uno sportivo nel pieno degli anni, che con uno sprezzo nemmeno attenuato dal rispetto che dovrebbe alla sua età, fa mostra di grande disnvoltura nel procurarsi fanciulle disposte a ricambiare in slanci la sua munificenza. Poco importante che il signore abbia un posto di rilievo assoluto nella scena politica. A lui gli sponsor non chiederanno risoluzioni contrattuali. Al contrario, ad ogni rivelazione di nuove avventure, corrisponderà il rafforzamento del consenso, un altro mattone nel rafforzamento del culto della personalità. Perchè in lui si invera lo spirito nazionale del puttaniere gaudente, capace di garantirsi l'obbedienza di militi parlamentari come seppe, anni orsono, assicurarsi la gratitudine eterna del povero sciuscià napoletano regalandogli 100 euro. Toccategli tutto a quell'ambulante, ma non il nostro leader. Ai suoi occhi è diventato persino bello e poi.. con le femmine..!

giovedì 3 dicembre 2009

tra bagel e fasce elastiche


Vinco ancora! Nonostante età ed acciacchi. Torneo certo di secondo piano,con molti doppisti allo sbaraglio e pieni di supporti ortopedici per gambe, spalle e ginocchia. Ma, a parte l'età media dei concorrenti, è stato un torneo onorato dall'impegno di tutti, dedicato ad una fanciullina che troppo presto ha lasciato le vie del mondo. Formula "gialla", con estrazione delle coppie. Mi capita Sabatino Saggiomo, una specie di "sharpei" di 65 anni - eravamo la coppia più datata del già stagionato mazzo -, ma simpatico e volenteroso. Cognizioni del doppio vicine allo zero, però pieno di impegno e di voglia di fare. Nel girone eliminatorio (eravamo 12 coppie all'origine) vinciamo un primo match con Roca - Orefice, discreto duo, per 6.3 6.2. La differenza stava nei miei punti chiusi a rete cui non corrispondevano adeguate reazioni avversarie. E intanto lo sharpei, dapprima poco convinto, apre la faccia al sorriso. Il giorno dopo, (recuperavamo per la pioggia) troviamo Baldascino/Mazzotta e in poco meno di 50 minuti gli consegniamo un 6.1 6.0. Baldascino commenta : "Non sapevamo che la vostra coppia fosse così forte. Vincerete il torneo". Con qualche scongiuro molto nascosto, incassiamo il pronostico e aspettiamo la fase ad eliminazione diretta, mentre Sabatino si entusiasma ed intende ingaggiarmi per gare veterani a squadre. Domenica 22 novembre affrontiamo nei quarti di finale Cantoni - La Pietra, tattico il primo, discreto tennista il secondo. Conosco Renato Cantoni da sempre, è persona dabbene; tenuto conto delle differenze di gioco cerca di imbrigliarci con pallonetti continui.Il suo compagno tira qualche bel colpo, ma è falloso. Gioco bene, Sabatino si comporta dignitosamente e vinciamo 6.1 6.2, sia pure con qualche sforzo che il punteggio non rappresenta in pieno. Sabato 28 in semifinale ci sono Tramontano e La Daga (?), forse la coppia più scarsa trovata sul cammino; gli diamo un doppio "bagel". Per chi non è della materia, il "bagel" è un tipo di pane con un buco al centro, diffuso negli USA. In ragione del foro centrale si usa tra tennisti per indicare ironicamente un punteggio con lo zero. Devo comunque dire che giochiamo attenti, nonostante la pochezza dei rivali. Ed è già tanto, perché in questi casi perdere la concentrazione significa rischiare di uscire fuori del gioco. Domenica 29, a distanza di poche ore, finale con Herman D'Amato, finalmente due che giocano! Sabatino va in crisi da finale e sbaglia cose invereconde, seguito da me che, come sempre capita in casi del genere, pretendo di prendere e chiudere colpi difficili. Con esiti tragici. Perdiamo così 4.6il primo set ed a questo punto, Sabatino decide che giocherà solo a fondo campo. Gli obietto la anomalia di una formazione del genere, ma lui non intende sentire ragioni e si mette dietro. Scelta concettualmente sbagliata, ma che aiuta il compagno a ritrovare sicurezza. Nel frattempo, D'Amato che in apertura aveva trovato un servizio piuttosto insidioso, spesso assistito dal fortunatissimo Herman, suona qualche colpo a vuoto e noi ne approfittiamo portandoci 5.2 al secondo, chiuso poi per 6.3. Avvio del terzo, con parecchio pubblico quasi tutto schierato con i

"nemici"; mi invento qualche colpo più tecnico e questo accresce la mia convinzione, incoraggiando così anche Sabatino. Ancora 5.2 per noi e finale 6.3 con D'Amato che ormai viaggia a fari spenti, mentre io incomincio a fare il maramaldo, coprendo qualche passaggio a vuoto del compagno. E' finita! sono contento. Un torneo corretto, con gente civile. Una coppa in più, ma soprattutto un'iniezione di adrenalina in una fase di malcontento personale. E vai!