lunedì 31 maggio 2010

non li cercate più!


La nostalgia. Che sporca canaglia! Ma certe volte prevale quel ricordo che ti spinge alla ricerca dell'amico perduto. Perduto o nascosto? Non lo sapremo mai fino al momento fatale. Attraverso una di queste intriganti magie della modernità è ora più facile arrivare a rintracciare un numero. Sarebbe forse giusto chiedersi che cosa ti ha spinto a questo genere di ricerche. E poi perché a te non ti cerca mai nessuno. Domande senza risposte, ovvero risposte che devi intuire dall'evolversi di queste iniziative.


Più o meno un anno fa chiamo a telefono un amico, magistrato a Palermo, con il quale all'età di 23/24 anni, avevo diviso un intero difficile anno di preparazione ad un concorso. Da quel periodo una sola telefonata nel 1982. Più niente. Avevo letto sulla stampa di sue difficoltà per aver condotto le indagini del filone mafia-politica contro il divo Giulio Andreotti, che, al solito, era uscito indenne dal procedimento, ma che, immediatamente dopo, aveva fatto terra bruciata intorno ai suoi nemici.


Era stato davvero faticoso rintracciarlo, mezze parole del Ministero, poi finalmente ottengo il numero. Di lui, fino a quel momento, avevo avuto notizie imprecise. Mi era pure stato detto che in occasione di una sua ispezione a Santa Maria Capua Vetere aveva incontrato un avvocato napoletano. Parlando del periodo di studi trascorso a Napoli aveva chiesto di me. Nel frattempo, da parte mia avevo chiesto di lui ad un magistrato di Roma che incontro ogni anno a Bella. Numero, telefonata. Ciao, come stai? Sono ... Dopo le prime parole confuse mi sembrò contento di avermi risentito. Mi disse che aveva abbandonato la perfida Roma e che si era stabilito a Palermo, città natale. Scambio di informazioni sui figli, sulla condizione fisica. Congedo con promesse di risentirsi. "Se vieni a Palermo fatti sentire. E' difficile che io venga a Napoli. Ma, non si sa mai..." Fine delle trasmissioni. Da allora più niente. E così resterà.


Caso numero due. Cerco un amico di gioventù, scombinato e pazzo la sua parte, ma divertente. Così almeno mi sembrava di ricordare. Anche qui la ricerca è infruttuosa fino a Facebook. Nella "piattaforma sociale" più amata al mondo, digitando nome e cognome, vedo una faccia, è la sua. Con la barba bianca, ma è lui. Scomparso da Napoli per motivi igienici, inseguito da creditori di mezzo mondo. Gli scrivo su FB e mi chiama. Prima telefonata neutra, con notizie generiche. Poi lo richiamo e alla fine di una conversazione assolutamente amichevole, mi rivela il perché non si era fatto sentire in tutti quegli anni. Ripercorro l'episodio con la mente. Una di quelle stronzate col botto. E mi pento improvvisamente di averlo cercato. Troppo deficiente! Da ragazzi, ci si poteva pure passare, facendosi un risata. Ma a sessanta anni no! E' giusto selezionare i propri amici in base alle affinità, alle sensibilità comuni. La nostalgia? Ma che vada pure a farsi fottere!