giovedì 5 gennaio 2012

il delitto di lesa maestà

Su un diffuso social network ho seguito nei giorni scorsi uno scambio dialettico tra un risentito scrittore ed un suo lettore. Il primo, ha avuto una reazione assolutamente scomposta di fronte ad una critica del secondo, aficionado dei suoi scritti, colpevole di aver rilevato nell'ultimo libro una certa deriva commerciale. E così lo scrittore, uomo di età media, la poneva sul personale, richiamandosi alla sua asserita onestà intellettuale che gli proibirebbe qualsiasi compiacimento verso il pubblico, indirizzato com'è dalla ispirazione allo stato puro.
Avevo letto il libro in questione, avendo da tempo scoperto questo piacevole autore che, a mio personale giudizio di semplice lettore, ha interessanti qualità letterarie. Intanto il volume ultimo è più corposo delle opere precedenti, con la legittima aspirazione di rivolgersi ad un pubblico sempre più vasto. E sempre in quest'ottica, sembra perdere le caratteristiche di opera destinata ad una particolare area geografica, stemperando i riferimenti a luoghi e situazioni tipiche di una certa città. Mi sembra che non si possa obiettare alcunché alle scelte dell'autore, potendo persino immaginare che questi nuovi indirizzi dipendano da superiori scelte editoriali.
Ed anche in questo caso un autore che tenti la sortita dallo stretto circuito regionale affrontando platee più vaste non merita che apprezzamento per il coraggio e solidale comprensione se qualche suggestione gli sia stata imposta dalla linea dell'editore.
L'unica cosa che non funziona è la reazione inviperita rispetto alle garbate perplessità mosse dal lettore.
Se siamo già al delitto di lesa maestà autorale siamo messi proprio male. E, almeno personalmente, prendo le distanze da chi non accetta che il suo pubblico possa muovere censure di vario ordine. Nella reazione si leggeva tra le righe una domanda: ma tu chi sei? non sei nessuno e come ti permetti di criticarmi?
Molti scrittori si sono persi tra le pieghe occulte della vanità. In troppi hanno perso la testa, rincorrendo soltanto elogi di facciata, non affrontando con doverosa autocoscienza le ferite che le stroncature arrecavano ad un ego ipertrofico.
Speriamo che non sia questo il caso, perché come dicevo, specialmente le opere iniziali facevano sperare in uno sviluppo ed in un roseo futuro di questo autore.

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