giovedì 2 gennaio 2014

Cerchiamo di capirci

Che alcuni fra gli amici si ricordino delle mie frecciate etrusche mi sembra che rientri nella normalità. Oramai si sono assuefatti alle mie periodiche esternazioni e mi tengono contento. Così, quando capita di sentirsi, ad esempio per le feste, scappa il riferimento al blog:  " ti seguo con piacere, dici cose condivisibili, " oppure con aria di incoraggiamento: " fa piacere leggerti, la tua ironia coglie spesso nel segno."
Diciamo la verità. Gli amici pure servono a qualcosa, in alcuni momenti ti sollevano il morale, spesso sotto i tacchi.
Però è diverso quando il messaggio arriva da un perfetto sconosciuto, materializzatosi in una mail che sintetizzo, per necessità, ma che andrebbe invece riportata per intero. Sia per il garbato contenuto, sia per alcune osservazioni certamente calzanti.
Il mio corrispondente via mail, vive in Toscana, in una casa con cani e gatti. Animali che grazie alle sue premure hanno imparato a convivere e rappresentano ora un perfetto modello di integrazione. Il signor D., dalle iniziali del suo nome di battesimo, afferma di aver conosciuto per puro caso il mio blog, cercando una parola su un portale informatico. Che  lo ha fatto imbattere nell'etrusco. E da quel momento sono diventato un suo costante interlocutore. Perché sostiene di aver riscontrato numerose analogie tra le cose che racconto e vicende a lui accadute. Una fra tutte, aver lavorato anche lui nella struttura legale di una grande azienda e di aver poi affrontato in maturità la libera professione. Affinità nei gusti, similitudini persino in vicende personali.
A differenza di me sostiene di avere una convinta e partecipata fede religiosa che lo porta spesso ad aspri scontri con molti altri soggetti di sua conoscenza apparentemente ispirati da fede, ma che in realtà speculano cinicamente sulla collettività parrocchiale, ottenendo vantaggi e favori personali.
Il mio amico di penna, suonatore di piano, condivide alcune mie preferenze artistiche. Nel suo commiato mi promette una visita a Napoli nella prossima estate. Magari per una suonata insieme.
Non è la prima volta che mi capitano commenti di persone incappate nelle mie "pietre etrusche", ma stavolta sono particolarmente soddisfatto.
A parte la qualità che si intravede dietro il messaggio, da parte mia c'è la rinnovata meraviglia per essere riuscito a creare interesse al di fuori della stretta cerchia di amicizie.
Persone lontane, mai viste, incuriosite dalle cose non certo straordinarie che racconto al punto da prendere contatto con me per manifestare attenzione.
A me pare una gran bella cosa, un risultato ben oltre ogni mia aspettativa. Quando iniziai nel 2007 immaginavo che la mia avventura si sarebbe conclusa dopo poche settimane. Un vanitoso sfizio che si è rivelato un valido meccanismo di sfogo di borbottamenti personali, ma al tempo stesso il sistema per mantenere o addirittura creare dei contatti graditi.