venerdì 16 novembre 2012

troppa conoscenza, poca comprensione

Uno dei profili emergenti della nostra epoca risiede nella agevole possibilità di apprendere nuove nozioni, elementi di  qualsiasi sapere.  Non so niente di foglie, piante e fiori?  Mi documento con pochi click e posso fare anche la mia .. porca figura in un ambito di conoscitori superficiali della materia. Di quella o di qualunque altra. E siamo già molti passi avanti rispetto a quella conoscenza che diventava patrimonio esclusivo di un gruppo di "bramini". 
L'elemento di pericolo insito in una apprensione così agevole ed a portata di mano sta però nel progressivo processo di auto convinzione di poter possedere qualsivoglia sapere. Senza grandi sforzi, senza dover dedicare a questa o quella disciplina il sacrificio dell'impegno. Certamente è diverso avere le basi teoriche di una certa scienza. Comporta fatica nell'individuazione dei criteri, sforzo mnemonico, necessità di collegare gli elementi dell'apprendimento. Procedimento ben diverso da quello di affrontare di volta in volta il singolo quesito, in base alle specifiche necessità, servendosi dell'enorme materiale messo a disposizione dalla rivoluzione informatica.
Pare che questa straordinaria disponibilità di informazioni provochi un disturbo conoscitivo, di breve durata, ma non per questo meno inquietante. Nella traduzione italiana il termine inglese della sindrome  suona come "che cosa stavo cercando, da dove sono partito?" I soggetti affetti da questa patologia  transitoria perdono per un certo tempo la capacità di concentrarsi sull'argomento iniziale della propria ricerca, naufragando in mille rivoli di diversa conoscenza. 
Talvolta in modo consapevole ed autonomo, molte altre per ché il "web" ti dà qualcosa, ma molto pretende. E così la subliminalità dei messaggi induce l'internauta a disperdersi per i percorsi attraverso i quali  i padroni del web intendono farci transitare. Per venderci un prodotto ovvero un servizio, per orientare il nostro pensiero in una direzione invece che in un'altra. E mentre seguono i nostri impulsi conoscitivi si formano un'idea, sempre più realistica, dei nostri gusti, delle nostre idee politiche, degli orientamenti personalissimi.
Questo pacchetto di informazioni  sul nostro conto viene poi ceduto ad altri e senza rendercene conto diventiamo una merce che produce utili per chi si è impossessato delle nostre rivelazioni personali.
E così, apparentemente per caso, diventiamo oggetto di un bombardamento mediatico che non si acquieta facilmente, fino a che "lo sciagurato"  non risponde. Ad un messaggio apparentemente neutro che ci pone interrogativi di tipo semplice e non impegnativo. Ma che ci pongono definitivamente in una "gabbia" da consumatore.
C'è difesa? Probabilmente no. Il consueto invito al buon senso basterà a farci restare nell'ambito del normale senza entrare in infernali gironi? In bocca al lupo! Il nemico è tra i più tosti che si possano incontrare sulla nostra strada.


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