venerdì 20 febbraio 2009

qualcosa si muove nel mondo


Scrive Natalia Aspesi su Venerdì di Repubblica del 20 febbraio 2009 " Sempre meno omosessuali mi scrivono...In questa situazione c'è un lato positivo, cioè che a poco a poco i problemi delle persone in quanto gay si stanno ridimensionando, allineandosi con quelli di tutti, uomini e donne, etero e gay, in amore nei rapporti familiari nella vita sociale e politica. E ce ne è uno negativo e cioè che per le battaglie civili, nel paese più ateo che conosca, l'Italia, ma anche il più servile al Vaticano per opportunismo, bisogna aspettare momenti meno bui, meno illiberali, meno pericolosi. Per tutti."
Natalia Aspesi ha meriti incredibili nell'aver tenuto dritta la barra del timone in tutti questi anni di una rubrica profondamente diversa dalle classiche rubriche di piccola posta che avevamo imparato a conoscere, specie nei giornali riservati alle donne. Principale credito di questo prezioso spazio di posta è quello dello sdoganamento dei problemi degli omosessuali. Nella sua rubrica "Questioni di cuore" da almeno venticinque anni si riversano anche le problematiche, prevalentemente amorose, di uomini e donne gay. Trattati da sempre con assoluta compostezza e lucidità. Con risposte che si possono più o meno condividere, ma che si sono distinte perché formulate al di fuori della imperante ipocrisia. E in un luogo del tutto particolare come il magazine del principale giornale della sinistra italiana. Proprio di quello schieramento politico che ha sempre evitato con ogni cura di affrontare l'argomento della omosessualità facendo la necessaria chiarezza.
Abbiamo letto di rapporti difficili, che descrivevano, con chiarezza e senza alcun cedimento alla morbosità, la difficoltà di chi è gay di incontrare l'amore, uscendo dai ghetti delle marchette e dei cessi dei locali omosex.
Un risultato non da poco, grazie al costante lavoro di tessitura di questa straordinaria giornalista, donna con una storia personale che non deve essere stata particolarmente facile o felice. Brevi accenni sulla sua condizione di bruttina stagionata sono venuti nelle sue risposte, quando condivideva i disagi di giovani uomini e donne che lamentavano la mancanza di amore in ragione dell'aspetto non felice. Per lei deve essere stato non facile raggiungere l'equilibrio su certi temi. Ma proprio per questo può guardare con maggiore apertura ai tormenti dei suoi lettori. Che, come dice lei in maniera stupefacente, fanno parte del Paese più ateo che esista, pur se il più asservito per motivi di comodo politico al potere condensato nel termine Vaticano.

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