martedì 8 settembre 2009

Brunetta superstar


Una strana coincidenza vuole che, all’indomani dell’elogio mediatico del Ministro Brunetta, l’ASL n. 1 di Napoli comunichi alla stampa la riammissione in servizio del primario psichiatra del Gesù e Maria, licenziato nel 2006. La questione, sempre a quanto sappiamo dalle note di stampa, era stata già oggetto di una sentenza. Già, pensate, di una sentenza di un Tribunale che da due anni – risale al settembre 2007 – aveva già deciso chi avesse giudiziariamente torto o ragione. Nel nostro caso la corte aveva ordinato la riassunzione del primario allontanato. Ma in appena due anni volete che una ASL, impegnata in tante più gravi questioni, potesse prendere in considerazione un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria e dargli la dovuta esecuzione? Manco si trattasse della velina di un portaborse di qualche candidato alle primarie del PD. Increduli di fonte a tanta apparente trascuratezza, che comporterà seri aggravi economici al bilancio regionale, dobbiamo approfondire la questione. Tra le righe riusciamo ad intuire le motivazioni di così forte resistenza. Il medico licenziato aveva avuto il torto di ricevere l’interessata assistenza dell’opposizione politica, macchiandosi di una colpa forse ancora più grave di quella di aver resistito alle direttive ed ai diktat dei poteri forti della sanità regionale. Ricordiamo ancora le dichiarazioni alla stampa del precedente assessore regionale alla Sanità, che, per rispondere a chi lo accusava di essere soltanto un accentratore ed un dispensatore di incarichi, assumeva tra i propri crediti proprio il licenziamento di un primario… Ma alla fine, ancora una volta, la destra di governo esce da questo confronto di bassa portineria con l’immagine di chi risolve i problemi. Il caso dovrebbe far seriamente riflettere chi gestisce oggi la Regione. Non è la destra che convince gli elettori incerti. E’ solo la incontenibile pulsione all’autodistruzione della sinistra che privilegia le ragioni delle fazioni rispetto ai problemi veri ed alle esigenze della collettività.