venerdì 18 febbraio 2011

i miracoli della tecnica

Le cose che ci circondano sono la testimonianza di teste umane che si sono poste un problema e hanno trovato soluzioni.
Guardatevi intorno, in tasca, osservate gli oggetti dell'ambiente dove vi trovate. Tutto rivela l'ansia di uomini e donne come noi che, nel tempo, si sono posti il problema di migliorare o facilitare la vita umana.
Certo, si viveva anche nei tempi remoti e c'erano cervelli degni di nota e di ricordo. Ma, come tutti i nani che si poggiano sulle spalle di giganti, anche noi altri contemporanei utilizziamo le idee - e la capacità di renderle concrete - di chi c'è stato prima di noi. E il progresso scientifico e tecnico proseguono incessanti. Proprio mentre noi ci occupiamo - di buona o mala voglia - di anziani che sbavano per minorenni, nello stesso momento ci sono ricercatori e scienziati che lavorano per noi. Per dare alle nostre esistenze ulteriori comodità e facilitazioni.
Aggiungere che molte di queste scoperte ci rendono schiavi della tecnologia? Verissimo. Come è vero che è possibile fare uso ragionevole di ogni cosa. O di diventarne completamente vittime. Un libro, un oggetto, un'ideologia, un sentimento. Possono essere ragioni di vita, di conforto e di accrescimento individuale ovvero trasformarsi in un delirio sistematizzato, in forme maniacali e di fanatismo.
Ma con devoto rispetto penso a chi ha iniziato, tra mille difficoltà e diffidenze, a pensare ai tanti oggetti che ci rendono la vita più facile e più comoda. Mi vengono in mente pochi esempi, forse nemmeno i più rappresentativi, ma sono quelli che proprio alla mia testa di sedicente cultore delle arti letterarie, fanno maggiore impressione. Non citerò le scoperte scientifiche che ci consentono di sopravvivere anche alle malattie considerate incurabili. In quei casi, siamo al piano nobile della ricerca - settore così ben riconosciuto nel nostro sfortunato Paese - ed invece intendo restare nel cortile assai più umile delle utilità.
Così da uomo minuto del 21° secolo, penso al telepass ed al bancomat. Chi ha la ventura di leggermi penserà al livello non eccelso delle mie preferenze ed ha ragione! Non faccio obiezioni. Ma la soddisfazione di passare rapido al casello autostradale con tre chilometri di coda, sotto il sole e la canicola imperanti..; e che dire di avere bisogno di una somma liquida di sabato o di domenica. Che avremmo fatto venticinque/trenta anni fa'? Una mesta processione da parenti ed amici per ottenere un brevissimo prestito e far fronte all'esigenza. Mentre ora? Una tesserina di plastica e il denaro è con noi in ogni momento, natale pasqua e ferragosto compresi. Piccole soddisfazioni direte, potendomi contrapporre i tanti mali contemporanei: l'ambiente è nelle condizioni note, le falde inquinate, l'effetto serra in marcia, le risorse energetiche in esaurimento, i cibi sempre più adulterati e meno genuini. Forse cerco di consolarmi, ma già pregusto la possibilità di usare la "rete", collegarmi con i cugini in Argentina, restare in contatto con tanti amici diversamente distanti. O trovare chicche musicali deliziose e spartiti per i miei goffi tentativi chitarristici. Io mi contento e intanto faccio il tifo, reale e sentito per quei giovani che in laboratori nemmeno straordinari, con fondi sempre più taglieggiati (per consentire ad altri corruzioni e sprechi), stanno lavorando per ciascuno di noi. Grazie, sconosciuto e silenzioso eroe dei tempi nostri. Il mio pensiero non ti consentirà nessun miglioramento effettivo, ma è un riconoscimento anonimo a chi come te accetta le sfide con coraggio e tenacia ed è capace di vincerle.

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