mercoledì 16 febbraio 2011

sanremo è sanremo

Accompagnato dal solito coro di inutilità e notizie false è arrivato anche quest'anno il festival. Spese faraoniche per l'intero format, pare giustificate dagli introiti pubblicitari. Come da antica tradizione, scelta travagliata e negoziata del conduttore. Se gli italiani adottassero un metodo così meticoloso pure nella scelta dei rappresentanti in Parlamento avremmo due camere composte da persone più degne o quantomeno più rappresentative delle varie anime del Paese. E dopo il popolar qualunquista Bonolis, la ciaciona finta scema Clerici, arriva Morandi l'ex fidanzato delle italiane con cuore, dichiarato, a sinistra ma portafoglio a destra, non si sa mai.. E le canzoni? scelte da un addetto ai lavori come il Gianni avremmo dovuto ottenere una base media dignitosa. Ma anche in questo caso, il Cencelli sanremese è stato consultato senza sosta. E gli ingredienti versati sul pastone finale con un dosaggio da farmacista di altri tempi. Immancabile figura della "tradizione canora (?)", Al Bano che ci sorprende con un canto quasi da impegno sociale; seguono vari prodotti dei talent show con canzoni così anonime da farsi dimenticare pure dagli autori. Un tocco di classe dai La Crus con un brano che non ci fossero le demenzialità del televoto vincerebbe a mani basse. E poi? tanti desaparecidos che si giocano le restanti carte per un successo colto in un momento della loro vita e mai più ritrovato. C'è anche la Tatangelo, non poteva mancare, seguita a ruota da una Oxa che ci riempie le scatole con discorsi da donna in psicanalisi. E riappare, dopo anni di meritatissimo e apprezzato silenzio, Pezzali. Vuole cambiare stile, ha detto. E se cambiasse mestiere?