lunedì 23 giugno 2008

elogio delle donne mature


Vigilia della II Guerra Mondiale, Budapest. Andràs Vajda è un adolescente sensibile e riflessivo che vive la sua educazione sentimentale dapprima facendo da mediatore tra le donne ungheresi che si prostituiscono per fame ed i soldati alleati, e poi cercando di sedurre le ragazze della sua età. Scottato da esperienze poco piacevoli, e complice una vicina sposata ma inquieta, decide di dedicarsi alle donne mature.

Tentare di fare l'amore con chi è inesperto quanto lo siamo noi mi sembra altrettanto sensato che avventurarsi in acque profonde senza saper nuotare con una persona che non sa nuotare. Se si ha la fortuna di non annegare, sarà comunque un'esperienza terrificante.

Dopo troppi anni di colpevole silenzio, arriva in Italia grazie a Marsilio questo gioiellino della letteratura del '900. Pubblicato nel 1965 in Canada da un giovane immigrato ungherese a sue spese dopo l'ennesimo rifiuto di un editore, ebbe un lusinghiero successo che dura tuttora, e non a caso. Molti critici sono giunti a scomodare Henry Miller, ma il tono generale del romanzo di Vizinczey è decisamente più lieve, ironico, innocente, insolitamente moderno. Il libro finge di essere l'autobiografia di un professore universitario di mezz'età di origine ungherese, che incuriosito e turbato dalle idee in campo di erotismo dei suoi studenti del Michigan, decide di narrare la sua educazione sentimentale: un escamotage a cavallo tra fiction e memoriale usato da molti altri scrittori, a volte con risultati memorabili. Le avventure dell'adolescente Andràs, che dopo aver constatato più volte con dolore, rabbia e frustrazione l'incapacità delle sue partner coetanee a relazionarsi con lui in modo sereno, disinibito e rilassato, decide di dirottare i suoi interessi sessuali su donne intorno ai quarant'anni, sono dense di un filosofeggiare misogino quanto basta e cinico quanto si deve che le rende una sorta di manifesto programmatico di una sessualità ilare, opportunista e disincantata ben poco politically correct ma decisamente divertente, coinvolgente, a tratti emozionante. Come non essere turbati dalla doccia della Contessa S., umiliata e al tempo stesso lusingata dal suo bisogno di prostituirsi, o dalla vestaglia stropicciata della signora Maya, ben consapevole della massima di Alexandre Dumas "Le catene del matrimonio sono così pesanti che bisogna essere in due per portarle, e a volte anche in tre"? Con stile molto 'mitteleuropeo' e mai volgare l'autore ci guida alla scoperta di figure di donne davvero indimenticabili, raccontate nella loro complessa umanità: di fronte a tanto, l'ormonale nevroticità delle teenager tanto celebrata al giorno d'oggi ne esce drammaticamente ridimensionata, se non a pezzi.

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