martedì 24 giugno 2008

Mina e Vanoni: un disco insieme? la debolezza fa l'unione


In questi giorni circola sulla stampa la notizia di un inedito duetto Mina-Vanoni che starebbero per incidere un brano, estraneo al vastissimo repertorio di ciascuna delle cantanti. Due cantanti che hanno contrassegnato il panorama delle voci femminili italiane con registri del tutto diversi: voce di bella estensione e coloritura la prima; straordinaria interprete, con note di seta la seconda. Con pubblici apparentemente diversi, più tendente al popolare la Mazzini, più riferita ad una platea colta Ornella. Memorabili alcune raccolte delle due, le cui cose migliori si concentrano tra gli anni settanta e la metà degli ottanta, anche per ragioni anagrafiche e di raggiunta maturità artistica. I periodi successivi sono tempi di accomodamenti. Mina è riuscita a mantenere intatto il mistero sulle sue apparizioni ed a diventare l'icona della "la cantante desaparecida", sia pure fisicamente distante qualche chilometro dall'Italia. Nonostante i continui tentativi di produttori e discografici, la cremonese si è nascosta rughe e chili dietro immagini in bianco e nero che la ritraggono fasciata da pepli protettivi, continuando peraltro a sfornare, a cadenza annuale, un dischetto di "testimonianza" artistica. Quasi a dire, io ci sono ancora, e contentatevi di quello che riesco a fare, comunque a modo mio. Ed il modo è sostanzialmente ancora suo, pur nelle inevitabili lacune di fiato e di forza; a latitare sono i testi e le musiche, tutti di scarso rilievo. Un po' per la generalizzata carenza del settore ed in parte per l'ostinazione della signora a scegliere di testa sua tra le varie proposte che giungono in disco o video presso l'esilio luganese.
La milanese, rifatta fino all'inverosimile ed oltre il grottesco, ama ancora esibirsi in pubblico e grazie all'affetto amoroso di Paoli ha fatto un paio di anni fa' un discreto disco a due voci. Al contrario di Mina, le sue corde vocali hanno ricevuto piacevoli sonorità dall'invecchiamento, addolcendo qualche strillo di testa, di colpo divenuto morbido.
Se hanno deciso di varcare il rubicone di quello che veniva rappresentato come un antagonismo umano e caratteriale, oltre che artistico, ci sarà pure una ragione. Forse commerciale, indotta dai discografici, forse legata all'ennesimo tentativo disperato di "uscire dal silenzio". Il pubblico degli aficionados, ancora corposo per entrambe, spera in un capolavoro. Staremo a sentire, chiedendoci comunque se non sia arrivata l'ora per le due artiste di dedicarsi ad un più significativo ed assordante silenzio.

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