lunedì 13 ottobre 2008

parcheggi fantasma


Tra gli avvocati napoletani circola una diffusa voce: il primo requisito professionale è .. lo scooter. Pare infatti impossibile aggirarsi tra uffici giudiziari cittadini e distaccati senza avere a disposizione le preziose due ruote. Come controaltare agli indubbi pregi, anche lo scooter, come ogni medaglia, ha il suo rovescio. Acqua, freddo, vestiti inservibili, schiene spezzate sullo splendido selciato urbano e periferico. Come se non bastasse, ci si mettono anche i vigili urbani che, abituati in passato a chiudere un occhio - e qualche volta di più - alle evoluzioni dei motociclisti, da un po’ di tempo a questa parte hanno iniziato una campagna sanzionatoria proprio ai danni delle moto. Indiscutibile il dovere della polizia municipale di garantire l’osservanza delle leggi. Pur tuttavia, gli interrogativi, anche di carattere giuridico, si concentrano sulle multe per divieto di sosta che spesso colpiscono i poveri dueruotisti costretti, per assenza di spazi appositi, a soste nei punti più impensabili. E’ lecito chiedersi quanti e quali siano gli spazi dedicati alla sosta delle moto in città e provincia? Sono adeguati al numero degli utenti? Quei pochi disponibili sono effettivamente occupati da moto e non da altri veicoli? La personale esperienza di 45 anni di moto mi fa rispondere di no. Come tanti altri, sono stato e sarò costretto ad essere un poco civile utente della strada, lasciando la moto in soste irregolari. Un esempio che vale per tanti altri casi: nella strada dove ho lo studio c’è un risicatissimo parcheggio moto. La sola popolazione motociclistica stanziale avrebbe bisogno di aree di sosta almeno cinque volte maggiori. Ci sarà un assessore competente al quale rivolgersi per ottenere una risposta? Oppure dovremo soltanto pagare le multe, particolarmente gravose, per sosta vietata su marciapiede, senza poter denunciare questa ennesima violenza metropolitana?

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