giovedì 6 novembre 2008

obama, simbolo o veicolo


Barack Obama è il 44o presidente degli Stati Uniti. 47 anni, avvocato, nero, una bella moglie e due figlie, sembra rappresentare l'inverarsi del sogno americano. In quella terra, ci dicono da sempre, tutto è possibile, basta volerlo e lavorare per ottenere i risultati. La realtà è abbastanza diversa, purtroppo. Per ottenere visibilità e credibilità occorre passare al vaglio di una serie di tagliandi di controllo. E i controllori sono inesorabili e non lasciano passare un ago di differenza da quei criteri stabiliti e difesi dal potere reale. Senza generalizzazioni e semplificazioni di comodo, i veri meccanismi decisionali sono in poche mani. Sembrerebbe paradossale in una realtà così articolata e composita, ma il ritmo e l'armonia sono fissati da pochi nomi. Apparentemente sparpagliati nei due grandi partiti politici. Partiti che non sono tali in senso tecnico, ma piuttosto organizzazioni del consenso nei tempi di elezioni. Lo stesso simpatico Obama ha raccolto una somma ingentissima per sostenersi nella campagna elettorale ed ha dovuto accettare condioni tacite ed espresse da parte dei suoi finanziatori. Che non mancheranno di passare ad incassare la propria quota. Yes we can, certamente basta capire chi sono quelli che possono davvero. Al nuovo presidente gli auguri di aprire quelle menti finora inossidabili di milioni di votanti. Speranze di chiunque guardi a quella nazione onnipresente che ha deciso di fare la guida del mondo. Quindi anche di tutti noi e che nel tempo ha dimostrato di non avere alcuna cura o rispetto delle opinioni diverse. L'attacco a Saddam Hussein è la dimostrazione della forza pervasiva di qualsivoglia fandonia creata in quella terra. Per difendere interessi di bottega e smodati bisogni si può creare una verità che renda giustificabile l'uso della violenza, l'attacco militare. Si potrà dire che l'America ha votato Obama anche per dire basta a questo genere di manipolazioni. Ma la diffidenza nasce dal fatto che il sistema americano si autocelebra di continuo, non ammette messa in discussione ed è in grado di corrompere tutto e tutti. Forza Obama, non vorrei essere al tuo posto per nessun motivo al mondo, nemmeno per un minuto. Ma in ogni caso rappresenti la speranza di milioni di persone che ti hanno visto quale credibile simbolo di rinnovamento. Ti sostengano quelle speranze nei momenti tempestosi che ti aspettano.

Nessun commento: