venerdì 21 novembre 2008

terra di chiaia, già percorsa..


Ci sono accenti di confusione nella accorata difesa del movimento “Chiaia per Napoli” fatta su queste colonne da un lettore che si dichiara deluso perché si sarebbe aspettato dal nostro giornale un commento di segno stimolante. Gli inevitabili interrogativi nascono dal tono marcatamente auto celebrativo dell’intervento che sembra pretendere una specie di apertura di credito senza garanzie, per il solo fatto che un numero elevato di persone che fanno capo al quartiere Chiaia abbia trascorso un paio di pomeriggi insieme. E che da quell’incontro sia stato prodotto il libro “i 3000 di Chiaia”. Mi pare che questi e solo questi siano i crediti effettivi della nuova formazione che, quale successivo step, intende dare vita ad una lista civica per le prossime elezioni comunali. Raggruppamento che, dichiarandosi al di fuori degli schieramenti tradizionali, intende ispirarsi ad un’idea straordinariamente nuova: una giusta società. La borghesia napoletana, perché di questo si tratta, invece di urlare al vento slogan senza pregio né spessore, dovrebbe preliminarmente compiere un passaggio di autocoscienza sui propri modi di essere, sulle scelte compiute nel tempo, ovvero mai nemmeno affrontate. Forse il penoso bilancio di responsabilità politiche e morali che ne deriva potrebbe consigliare un profilo più defilato, sia pure con tutti gli sbocchi e le derive elettorali che la democrazia consente. Ma senza pretendere consensi aprioristici, semmai dimostrando nei fatti, nelle azioni concrete, nell’abbandono dei toni della spocchia e della vecchia arroganza, di essere realtà diversa dalla suggestiva massa informe che ha dato vita a tutti gli “uomini qualunque” della nostra storia repubblicana.

Nessun commento: