lunedì 11 ottobre 2010

autunno e nostalgia di sole

Estate assolata, ma non torrida. Dalle parti di Napoli, tempo buono per lunghi periodi, fino alla metà di ottobre, con l'inizio mese splendido, per temperatura ed assenza di piogge. Oggi il tempo si è messo al brutto, piove, l'umidità entra nelle ossa e le previsioni indicano un lungo attraversamento di cattivo tempo. Insomma, siamo nella normalità più assoluta. Però per strada, alla fermata e dentro i bus, la gente ha incominciato subito a lagnarsi. Gente della fascia sociale media che dovrebbe essere da sempre abituata a prendersi le cose della vita, tra cui il tempo meteorologico, come viene. E invece no. E provate a dare loro torto. In una città dove dire che non funziona niente è un commento civile, ma al tempo stesso un complimento vivissimo all'andamento della civica amministrazione. Che meriterebbe sberleffi e reazioni indignate. Ma persino l'indignazione, ultima risorsa della gente normale, sta per andare in un definitivo dimenticatoio. Almeno il sole, l'illusione della città piena di luce, lasciamogliela. Nelle città del centro e del nord, assai meno fortunate in tema di tempo atmosferico, si è da sempre formata una cultura degli spazi coperti. Pensiamo ai portici, ai bar, ai ritrovi ed ai vari centri di aggregazione per comunità impossibilitate a stare all'aperto. L'inizio consolidato del cattivo tempo rappresenta in questi casi l'avvio dei tempi di riunione. La gente si incontra, ed è tutto un intreccio di discorsi sull'estate appena trascorsa e di programmi per superare il periodo di cattività forzata. Sconosciute realtà alle nostre latitudini, dove bisognerà attendere il profumo di primavera per tornare a riversarsi per strada, sugli scogli, in qualche campagna fiorita. Ma confortiamoci, almeno noi napoletani. Fino a primavera, epoca di elezioni comunali, ci attende un fiorire di microcrisi dei servizi che metteranno ancora più in ginocchio una cittadinanza già disperata e alle corde. Chi deve vincere le elezioni non mancherà di orchestrare la sua campagna inverno-primavera per costringere gli elettori a votare in massa per i nuovi salvatori. Lo abbiamo già visto e pagato a nostre spese tante volte. Ma non è bastato. Il copione si ripropone e darà i risultati sperati dagli organizzatori della messinscena. Forza napoletani, se ce la fate.

2 commenti:

Sara ha detto...

Mi ha incuriosito l'incipit meterologico e ho pensato che quando piove da noi il traffico impazzisce e se ogni 25 anni capita poi una nevicata precipitiamo nell'emergenza. Siamo impediti? ho invidia per quelle realtà di montagna, quegli sparuti paesini dove il legame solidale tra gli abitanti, fa fronte alle avversità della sorte.
Ogni tanto ti ritrovo, eh?! Sara

etrusco ha detto...

Ti sono grato perché segui le cose alla rinfusa che caccio nel mio blog. E' proprio vero: costringere la gente rintanarsi nei propri egoismi è l'arma subdola del potere, capace di disperdere il patrimonio di solidarietà che si è spontaneamente costruito nel tempo.