domenica 8 maggio 2011

Non ti tollero più

Tolleranza. Già la parola crea qualche imbarazzo. E non solo nell'ambito del "politically correct". Perché il termine indica una specie di accettazione forzata e generosa degli altri o dei comportamenti altrui, quasi dando per scontato di essere dalla parte del giusto. In altri termini, io sono quello normale, ortodosso, e vivo nella regola. Ma siccome sono liberale, di vedute ampie, "tollero" gli altri. E un simile ragionamento nasconde pregiudizi e luoghi comuni del pensare o del credere di appartenere ad una razza eletta. Napoli, tra i mille suoi difetti, contraddizioni e vizi ha una caratteristica positiva che da sempre la distingue. La tolleranza del "diverso", intendendo come tale un soggetto che presenta delle anomalie. Che possono manifestarsi nell'orientamento sessuale, nella razza, nel culto religioso diverso, nei comportamenti non riconducibili a quelli prevalenti. Da sempre questa città, abituata a non meravigliarsi mai troppo, ha sempre trattato gli stranieri, gli omosessuali, i seguaci di riti e religioni, gli sbandati, senza pretendere di imporre un canone unico. Un "relativismo" di fondo ispira questo atteggiamento. Fonte di straordinaria "koinè" e di convivenza pacifica che ha reso l'atmosfera cittadina vivibile, anche nei momenti di repressione da parte dei poteri politici e di connesso tentativo di "omologare" usi, pensieri e comportamenti. Nemmeno questo sventurato periodo che attraversiamo riesce nell'intento. Ben considerando che i "media" attuali consentono un'ingerenza quasi assoluta nelle coscienze della gente e che mai come ora "il grande fratello", manipolatore di ogni informazione e delle tendenze, occupa 24 ore al giorno gli spazi individuali. Questa povera città, che avrà un pessimo sindaco, comunque vada, per i prossimi anni, resta comunque un esempio di accettazione di mondi differenti. Pure la camorra, con i suoi sistemi spicci ed altamente persuasivi, o la degenerazione della politica non sono mai riusciti ad imporre divieti tali da alterare la consolidata propensione della popolazione ad accettare chi non faccia parte della maggioranza. E' un merito, forte, innegabile e che chiunque abbia voglia di verificare, potrà facilmente riscontrare. Almeno, è rimasto qualcosa.