martedì 14 giugno 2011

il vento del sud pulisce l'aria

Il vento di piazza Tahrir è arrivato fino alle coste italiane. E' proprio così, non ci sono dubbi! Come ogni scirocco che si rispetti, persino quello che ci fa imprecare per la sabbia sulle auto, il vento delle proteste nordafricane ha invaso Europa e Asia. In pochissimi giorni sono stati smantellati apparati statali di profilo dittatoriale, sconvolti equilibri che parevano intoccabili e blindati dalle oligarchie locali. La Libia è in guerra civile, l'Egitto rigirato come un calzino, Yemen e Siria in fermento e colpiti dalla dura repressione. In Spagna, i giovani "indignatos" occupano da oltre un mese una delle piazze maggiori di Madrid.
E' bastato dare fiato alle proteste, ampliate dalla potenza della diffusione tramite web. E persino la povera Italia, resa sonnolenta ed imbolsita dalle sirene delle televisioni commerciali, ha dato segni inequivocabili di riscossa morale. Tanto le elezioni amministrative in grandi città, quanto il referendum hanno fatto riscoprire alla gente il piacere della politica. Di quella con la "P" maiuscola, non di quella pantomima sviluppata ogni giorno dalle tante macchiette di maggioranza ed opposizione. E' bastato che qualcuno, sottovoce, abbia passato un messaggio di speranza: proviamoci! Abbiamo così davanti agli occhi una realtà che fino a pochi giorni addietro sembrava un'utopia.
Si, è vero ! Possiamo disfarci del nano arrapato, delle sue truppe di slinguazzatori, delle ballerine di sesta fila passate per "etoiles".
Ma dobbiamo anche chiederci chi potrà sostituire gli attuali inguardabili saltimbanchi, restituendo dignità alle istituzioni ed efficacia all'azione di uno stato.
E la domanda è di quelle assai difficili. Allo stato possiamo esprimere una certezza. Deve andare via questo pagliaccio degenerato, ma è altrettanto vero che devono scomparire tutti quelli dell'opposizione che hanno vissuto le loro storie politiche e vista crescere la loro visibilità soltanto attraverso la critica sistematica al piccolo uomo.
I referendum, così come le amministrative, hanno confermato che l'elettorato non vuole essere condizionato dalle scelte preconfezionate dei partiti. Vuole invece dare le proprie indicazioni, che rispondono esattamente alle esigenze reali di chi vive la vita di tutti i giorni e si confronta con le difficoltà effettive della vita quotidiana.
Difficilissimo passare dal movimentismo diffuso alla gestione reale della cosa pubblica. Ma il tentativo di buona fede va fatto. Per il Paese e per il suo futuro, peri i suoi giovani disperati e per gli anziani confusi.
Oggi godiamoci questo successo della buona volontà, ma rendiamolo pieno di contenuti positivi.

1 commento:

mariano ha detto...

Analisi impeccabile!