giovedì 9 giugno 2011

la banana griffata..no!

Un giovane .. amico, che si firma "giochi," mi ha chiesto la pubblicazione di un sua esternazione sull'ennesimo scandalo del calcio scommesse. Negli anni, ho tentato più volte di redimerlo, inducendolo a ripensare alla sua fede calcistica in termini di maggiore pacatezza. Pare che questa volta a fare due più due sia arrivato da solo.
"Mi viene da dire una cosa poco politica nella mia città: se il Napoli è coinvolto nello scandalo scommesse sono felice che non vada in Champions. Eppure la mia fede negli azzurri è certificata, e da alcuni interventi su vari giornali, e dal fatto che sono stato l'organizzatore di eventi come il "Giubileo maradoniano", sorta di omaggio culturale al Pibe de Oro. No, mi spiace: se venisse verificata la non estraneità ai fatti sarei contento di vederli pure finire in B, i miei ex beniamini. Si macchiano del delitto più infame che in uno sport può essere commesso: quello della fine di un sogno. Il sogno si costruisce poco a poco, ti accompagna la domenica e così non fai in tempo a godere della vittoria che già palpiti per la prossima gara. Quest'anno è stato così, con tutti quei successi al novantesimo e tutte quelle prestazioni da sogno, immortalate dalle prodezze di Cavani. E che dire del tramonto del fascino della rimonta? Ricordo la vera prima rimonta cui ho assistito, Napoli Fiorentina dell'89. I viola conducevano 2 a 0 al San Paolo, Baggio aveva appena siglato il gol più bello della sua carriera, alla Maradona, scartandosi anche le panchine. Poi entra Diego, sbaglia un rigoree suona la carica per i suoi compagni che finiscono per vincere a due minuti dalla fine con un insperato 3 a 2. E che dire della rimonta in due gare contro la Juve, in Coppa Uefa, quella della rete di Renica al 120 del secondo tempo supplementare? Insomma, la rimonta è la vera storia del calcio; del calcio è la narrazione, perché di una trama ha tutti gli ingredienti. E' la suspence di fine libro, quello che si ti dicono l'assassino meglio se lo chiudi.
Ma ripeto, se come dicono le notizie dell'ultim'ora, il Napoli si fosse venduto le partite, sarei il primo ad invocare la forca. Già mi vedo orde di supporter chiedere la mia testa, ma quasi mi fa piacere uscire da questa sbornia di cazzate, di gadget azzurri, bambolotti con la faccia del Pocho e banane (davvero, hanno griffato anche quelle) con la scritta "N".
Napoli ha davvero la tifoseria più cretina d'Italia, stupida come mettere la mozzarella in frigo. E mi piacerebbe vedere le miriadi di trasmissioni nate sotto il nostro nuovo miracolo come funghi, chiudere per bancarotta. Con tutto il sottobosco di esperti e opinionisti sul sesso degli angeli. Napoli è una città sempre ridondante: qualunque bel momento, anche agonistico, si riduce al rango della sagra della polpetta di Purchiano. Tutto, magari, per una squadra di mercenari. Ma che è? In quale brutto film di Natale siamo precipitati?
giochi"

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