mercoledì 17 ottobre 2012

Scrivere, che passione

Etruscamente presuntuoso, immagino di avere qualche lettore. Gente di bocca buona oppure il classico amico che ti segue, vuoi per farti le bucce o per affetto. Uno, dieci, nessuno? Non è certo questa la mia preoccupazione mentre mi accingo a "bloggare" la mia terra etrusca.Per me è un un diario, certamente meno sincero della classica agenda che si tiene nel cassetto al riparo dagli occhi degli altri. Mia madre ha scritto il suo diario per oltre trenta anni sulle agende che di volta in volta le dovevo procurare. E che dovevano avere un certo formato oltre ad un aspetto esteriore piacevole. Non so se qualcuno di noi riuscirà a leggere quelle memorie. Ci servirebbe tanto, specie a chi oggi rivede in fase soltanto critica l'atmosfera e le dinamiche familiari.
Ma tornando a noi o forse soltanto a me ad al mio eco informatico, ho scelto la modalità del blog perché mi consente di mediare tra i mal di pancia istintivi e la rappresentazione formale.
Come tutti anche il vostro etrusco ha le sue incazzature e turbolenze intestinali. Ma quando devo trasporre le idee sulla carta mi sforzo di essere meno fazioso ed "etruscocentrico". Rileggo le parole e l'impatto che mi fanno. Ed in molti casi comprendo che una posizione va mitigata, un atteggiamento smorzato in favore degli altri. Che in parecchi casi non ho ragione. 
Non mi sembra risultato da poco. Rileggersi, mettersi in discussione, accettare il contraddittorio delle altre opinioni, dover ammettere che c'è anche un'altra possibile interpretazione rispetto ai fatti della realtà.
Un libro, un film, un dibattito politico o civile, una musica. Sono questi i miei filoni di ispirazione mentre mi accosto al mio amato blog.
Da un po' di tempo sto covando un'idea forse perversa. Ma che siccome è la mia vale la pena di essere presa in considerazione.
Ebbene si, miei amati lettori - il numero è sempre imprecisato - sto portando a termine la mia prima compiuta fatica letteraria. Ero preoccupato di far parte di quella ormai minima percentuale di italiani che non avesse mai dato alla luce un libro. E così da giorni mi arrampico sulle impervie strade dello scrittore. Senza sapere da che parte si incominci e con una appena accettabile cultura media. L'idea, il "plot" del romanzo - perché è di questo che si tratta - sta prendendo faticosamente forma. Una storia banale, come molte delle mie esperienze, ma mi sta prendendo la mano. E pare che proprio questo raptus  di incontrastabile vigore sia  il sintomo che identifica i colpiti dal virus della scrittura.
Ne vedremo delle brutte..








Nessun commento: