martedì 5 febbraio 2013

la finta crociata di Obama

La stampa di oggi riporta in tutta evidenza l'annuncio dell'amministrazione americana di voler avviare una causa civile contro Standard&Poors, una delle maggiori agenzie di rating. Il rimborso miliardario richiesto si fonda sull'accusa che S&P fosse  a conoscenza della "tossicità" dei titoli "subprime" che invece quotava con indici positivi.
Non posso nascondere la personale indignazione rispetto a questa ennesima pantomima gattopardesca  a stelle e strisce, che nasconde la perdurante volontà di prendere tutti, come sempre, per il culo.
Le agenzie di rating non sono che una delle tante manifestazioni  concrete dell'imperialismo di quel paese che, per tenere sotto controllo il resto del mondo, se le inventa tutte: il Fondo monetario internazionale, la Banca mondiale, le varie agenzie tipo FAO, UNESCO e via dicendo.
Che cosa fanno queste agenzie di rating in concreto? Sottopongono a scrutinio finanziario banche, assicurazioni,  società commerciali, le loro azioni e le loro obbligazioni, e quindi gli stati, il debito sovrano di ciascuno, nonché i titoli emessi dai vari governi. Concludendo con un giudizio espresso da lettere e simboli, del genere AAA++ ovvero BB+, dove le lettere basse rappresentano una maggiore credibilità dell'ente emittente la carta finanziaria in circolazione.
Questi beceri mastini di guardia non fanno altro che  aggredire o ignorare i passanti in base alle istigazioni del padrone che vuole punire o premiare chi ha prescelto in base alle sue trame politico/finanziarie.
Perdere un segno + o, al contrario, aggiungerlo significa un deterioramento o il miglioramento del debito dell'ente emittente, sia esso uno stato oppure una società commerciale, con pesanti riflessi sugli andamenti di borsa e possibilità di mettersi in scia speculativa traendone enormi profitti.
Questo il gioco, questa la sceneggiatura. Chi vuole continuare nella competizione sa bene che dovrà sottoporsi a questa forma di taccheggio istituzionale, accettando che, a pagamento, S&P oppure Fitch o altra ancora, mettano la lente di ingrandimento nei libri contabili, entrando in casa a controllare la polvere sotto il tappeto.
Solo ora si ricorda mr. president?
Sin dall'inizio, tutti quelli che hanno una sia pure minima introduzione nel mondo della finanza hanno potuto rendersi conto della crescente pericolosità di certa "ingegneria finanziaria". Prodotti inventati dalla fantasia degli operatori che non servivano ad altro che a rendere torbide definitivamente le acque, moltiplicando i rischi all'infinito per l'investitore semplice, ma consentendo margini di guadagno enormi per i sedicenti guru del settore.
Da un contratto di mutuo base, del genere di quello che contraiamo noi poveri consumatori per comprarci casa, si crea un effetto moltiplicativo dalle imprevedibili conseguenze,  del genere scommessa sul tasso, la durata, la valuta in cui il  prestito è espresso. Una giungla di numeri ed ipotesi, di assoluta incontrollabilità persino per gli ideatori,  alla quale si tenta di fornire monitoraggio con  la creazione di "modelli finanziari" consultabili soltanto con l'aiuto dell'informatica.
Tante volte, a partire dai primi anni '90, a proposito dei contratti derivati, si è parlato di un possibile effetto "domino" capace di devastare l'intera economia planetaria, proprio perché si era perso il contatto reale con il fenomeno economico di base e si era invece preferito imboccare il percorso avventuroso della "finanza creativa".
Finanza e fantasia sono e restano termini antinomici, di assoluta e totale distanza, come il sacro e il profano, il diavolo e l'acqua santa, Berlusconi e l'onestà.
Però Obama, incapace di fare riforme vere perché i padroni del suo vapore gli tengono le palle strette, si contenta di fare facciata con cause di grande effetto che non riveleranno una parola in più di verità all'opinione pubblica, ma che gli permetteranno di presentarsi come il paladino che porta in tribunale i cattivi.
Ma ci faccia il piacere, si occupi dell'opima moglie e dei cani, che forse è meglio!

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