mercoledì 13 febbraio 2013

san remo ed altri misfatti

Anche nel mio post di febbraio 2012 accennavo alle vicende sanremesi. Nonostante la mendace affermazione di molti sedicenti intellettuali che negano di assistere al festival,  lo show della canzone rappresenta un fenomeno unico nel suo genere. Per averne conferma ho cercato analogie in altri paesi europei senza trovare traccia di una manifestazione di altrettale grande seguito. Dal 1952, con fortune e sorti alterne, il festival costituisce una festa nazionale che nel tempo ha assunto i contorni sempre più precisi di resoconto sullo stato della nazione, del suo costume e delle tendenze della società italiana.
Musica? anche, ma soprattutto immagini dal corpo sociale che esibisce molti dei protagonisti della storia tricolore contemporanea.
Non è un caso che quest'anno le redini siano affidate ad una coppia dello spettacolo che nel corso degli ultimi anni ha saputo fornire un'interpretazione aggiornata delle evoluzioni culturali. Lo show del sabato e della domenica "che tempo che fa", sorto quasi alla chetichella nonostante i tentativi di veto dei vari puzzoni della destra populista, ha prestato alla kermesse sanremese il conduttore e l'interlocutrice più seguita.
E le scelte operate, sia per il modulo della "gara" che per gli interpreti, dimostrano che esiste una sensibilità artistica che affonda le radici nel contesto sociale.
Non sono in grado di esprimere valutazioni sulla qualità delle musiche. Mi pare però che quest'anno siano rappresentati artisti di spessore come autori o come interpreti. E questo già fa la differenza con passate  edizioni dello spettacolo dove i dinosauri canori davano ancora stanca mostra di sé. 
Ma il mio giudizio positivo si ferma davanti ad una scelta che mi è parsa quanto mai discutibile. Parlo del contenuto dell'intervento di Crozza. Quest'ultimo è effettivamente uno dei pochi artisti che negli ultimi tempi è riuscito a qualificarsi ed a dare continui messaggi positivi al suo crescente pubblico. Aveva quindi il diritto conquistato sul campo di un posto ed uno spazio nella massima vetrina televisiva nazionale. Le mie obiezioni sono sul tipo di intervento che Crozza ha effettuato sul palco dell'Ariston. Era quella la sede opportuna per un'invettiva, già vista e sentita, nei confronti dei politici ed in particolare di uno, il peggiore di tutti, che ha solo beneficiato di quella pur contestata esibizione?
Fazio, Galeotti, lo stesso Crozza, hanno valutato l'impatto di quell'intervento davanti al pubblico del festival? Io credo di no, o se lo hanno fatto, sono stati superficiali ed approssimativi.
E' un momento delicato per questo paese. Stiamo tentando di estirpare un male, potente e diffuso, che da venti anni impedisce alla coscienza nazionale di risollevarsi e ritrovare dignità, a destra come a sinistra. Tutto il corpo nazionale, in questo sforzo di espellere la peggiore deiezione prodotta, non può distrarsi e dargli ulteriore ossigeno.
Anche attraverso Sanremo, che non è quella festa caciarona che vogliono rappresentarci. E' più importante delle annuali relazioni del governatore di Bankitalia e di quella della Corte dei Conti.

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