sabato 9 marzo 2013

La lista della salute

C'è uno spazio godibilissimo nell'opera di Eduardo De Filippo "Natale in casa Cupiello" nel quale l'ignavo e fannullone figlio di famiglia, Lucariello, cresciuto dalla mamma a zuppone 'e latte e altri vizi, si prepara a stilare la famosa "lista della salute". Un elenco di persone di famiglia nominativamente indicate  in quella lettera a Gesù bambino, per invocare l'autorevole protezione del destinatario e garantire la buona salute dei parenti.
Ho provato ultimamente ad elaborare una personale "lista della salute" di persone che mi farebbe piacere stessero in ottima salute. Un gioco, se volete, oppure un modo per fare il punto sulla personale condizione degli affetti. Così scoprendo che alcune figure che sinora avevano un ruolo ed un significato  nella mia vita hanno preferito defilarsi ovvero farsi eliminare dai miei affetti.
Tutto giusto, da parte loro e da parte mia. Con le rispettive più o meno valide giustificazioni di presa di distanza o di risentimento.
Restano dei fatti e residua quella consapevolezza che con il passare del tempo le incrostazioni caratteriali nostre e di chi ci circonda diventano barriere oltre le quali non si può né si deve andare. Vite diverse hanno tracciato codici di comportamento che, al comparire di un fatto traumatico, riemergono in tutta la loro ampiezza.
C'è poco da fare. A quel punto conviene abbandonarsi, come dice il testo di una canzone degli anni '40. Deve essere stato questo il principio della diaspora linguistica. Le popolazioni delle varie terre, abituate a vivere, cacciare, procurarsi cibo e continuità in ambienti diversi, iniziarono ad indicare gli oggetti attraverso l'elaborazione di un linguaggio destinato ad un gruppo. E in quell'ambito la comunicazione funzionava, si intendevano perfettamente. Ma quando per avventura capitava nel loro territorio un individuo di diversa formazione, l'incomprensione raggelava i rapporti. Chiamavano le stesse cose con nomi diversi ed allora lotte, guerre e creazione di steccati, barriere, fortificazioni. 
Mi sono visto così a restringere la mia lista della salute a quei nomi che tradizionalmente hanno diviso con me tempi e vicende che ci hanno insegnato che, nonostante i riconosciuti rispettivi difetti, restava l'affetto, il linguaggio di fondo in comune, elementi forti che hanno consentito di superare le incomprensioni ed anche le differenti convinzioni che nel tempo avevamo maturato.
Senza escludere amici di tempi più prossimi, felice scoperta della maturità. Perché se è vero che è più facile intendersi con soggetti conosciuti da sempre, del genere i compagni di scuola, è altrettanto provato che "le antenne" dell'età avanzata ti consentono di individuare con sicurezza ed accettare con piacere anche l'amico di tempi recenti.
Un certo numero di nomi  è venuto fuori alla fine del mio percorso di "coscienza". Me ne compiaccio con me stesso e dedico a tutti loro una splendida primavera.