lunedì 1 settembre 2008

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Il parco antistante la reggia di Capodimonte è uno dei pochi polmoni di verde di questa città. Si raggiunge facilmente da ogni parte della città, traffico e tangenziale permettendo. Lo stato di abbandono in cui il parco si è presentato ai miei occhi e di quelli che hanno tentato una tranquilla passeggiata domenicale di fine agosto non fa che assottigliare ulteriormente le già esigue speranze di vita normale in questa città. Camminare lungo i viali del parco dovrebbe poter consentire una salutare immersione in una affascinante macchia mediteranea fatta di lecci, aceri, tigli, olmi. L'incuria del sito è, almeno al momento, totale, Cumuli di spazzatura e sacchetti ovunque, viali coperti di annosi cumuli di foglie, alberi caduti ad ostruire i percorsi minori, i canali laterali di scolo intasati da tutto il possibile. Tutti cartelli di indicazione sono illeggibili, restano solo i supporti ed i graffiti metropolitani che li deturpano, rendendo così indecifrabile il percorso del visitatore tra edifici e statue. All'ingresso, oltre ai soliti abusivi del parcheggio, un posto dove è possibile noleggiare, a prezzi carissimi - tre euro per un ora - biciclette con tanto di sponsor di bibita scura. Intanto, la gente tenta di superare tutto questo, imponendosi la normalità, correndo, portando i bambini al fresco,improvvisando pic nic sui pratoni di erba secca, leggendo un libro o un giornale su quello che resta delle panchine. Meriterebbero di più, e meriterebbe attenzione adeguata uno dei siti monumentali più belli dell'Italia meridionale, destinato a rappresentare un biglietto da visita prestigioso per la città grazie alla coesistenza di parco e reggia. Chissà che ne avranno pensato i turisti stranieri del bus scoperto. Sarebbe stato interessante raccoglierne le impressioni, probabilmente influenzate dal diverso impatto delle immagini di parchi europei cui viene riservata la giusta cura.

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