giovedì 12 marzo 2009

ma da dove venite dalla Val brembana?


Convinto come sono della capacità tutta meridionale di cogliere l’ironia, specialmente se di grana grossa, come quella che emergeva dalla mia lettera a Repubblica Napoli di mercoledì 11 marzo, confesso di aver avuto perplessità nel leggere la replica che il lettore Laiso mi rivolge il giorno dopo, attraverso la stessa rubrica. Dapprima credo di aver fatto la faccia del “ghisa” dell’indimenticato Totò, Peppino e la Malafemmina, quando chiede “ma da dove venite, dalla Val Brembana?” Poi ho tentato una lettura più attenta della risposta e mi sono lietamente immedesimato nel beato personaggio che di me tratteggia l’ineffabile Laiso. Uno spensierato nullafacente, senza preoccupazioni né impegni, che al massimo rischia qualche schiaffo dall’automobilista denunciato. E mi sono immediatamente ricordato di un personaggio che i vomeresi over 50’ ricorderanno. Un falso vigile, con taccuino e fischietto, operante nella zona via Bernini – Piazza Vanvitelli, che ben prima dell’immaginifico Sementa, perseguitava i pochi indisciplinati dell’epoca. Non tutti gli automobilisti si accorgevano della “anomalia comportamentale” del solerte ed inflessibile Massimo. Molti chiedevano che chiudesse un occhio, altri protestavano per lo zelo eccessivo, si arrivava alle parole grosse, con effetti immaginabili sulla circolazione, ma comunque dando vita a siparietti gustosissimi, spesso risolti dai barbieri della zona che “ritiravano” il buon uomo prima che succedesse il peggio. No, caro lettore Laiso, purtroppo faccio parte della discussa e disprezzata categoria delle persone normali e nonostante i sessanta anni passati, continuo a lavorare. Mi resta il gusto, finché ce lo faranno fare, di commentare in modo giocoso le tante astruserie che siamo costretti a subire. Perché sia definitivamente chiaro, condivido tutte le sue sacrosante obiezioni alla proposta del comandante dei vigili urbani.

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