lunedì 2 marzo 2009

vuelvo al sur


Ho conosciuto questo straordinario brano di Astor Piazzolla attraverso la intensa versione di Caetano Veloso. Un Veloso meno vellutato del solito, consapevole di affrontare un testo pieno di dolore struggente, di nostalgia. E per questo il bahiano entra nella musica e nelle parole con una insolita veemenza, forse sull'eco delle indimenticabili interpetazioni dei grandi argentini come Carlos Gardel,Mercedes Sosa e l'autore Piazzolla. Voci e temi d'altri tempi, impostate per la lirica, che influenzano in ogni caso Caetano e lo inducono ad una sobrietà espressiva che ha pochi altri riscontri.
La canzone è struggente come le meravigliose note stridenti di Piazzolla e del suo bandoneon. Non scade mai nel sentimentalismo melenso per restare sempre aggrappata a quella forte ispirazione verso i climi e le atmosfere di un sud del mondo.
In ciascuno di noi c'è un ritorno al proprio sud ed a quell'universo di valori che non deve essere sprecato nelle parole o nelle formule letterarie. Solo una grande sensazione di ritrovare se stessi in posti magari isolati dal mondo che si definisce civile e non per questo fonti minori di sapere e di civiltà.

Vuelvo al Sur,
como se vuelve siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo, con mi temor.

Llevo el Sur,
como un destino del corazon,
soy del Sur,
como los aires del bandoneon.

Sueño el Sur,
inmensa luna, cielo al reves,
busco el Sur,
el tiempo abierto, y su despues.

Quiero al Sur,
su buena gente, su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.

Te quiero Sur,
Sur, te quiero.

Vuelvo al Sur,
como se vuelve siempre al amor,
vuelvo a vos,
con mi deseo, con mi temor.

Quiero al Sur,
su buena gente, su dignidad,
siento el Sur,
como tu cuerpo en la intimidad.

Vuelvo al Sur,
llevo el Sur,
te quiero Sur,
te quiero Sur…

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