martedì 16 novembre 2010

delusione ferrari

Sono reduce da un fine settimana a dir poco faticoso. Con questo non intendo alludere al mio impegno tennistico ormai patetico, né ad altri goffi tentativi in settori ormai in abbandono, ma all'atmosfera generale di lutto nazionale a seguito della mancata vittoria della Ferrari.
Ma, dico io, nemmeno un poco di rispetto per una nazione che di travagli (non Marco) ne ha più d'uno? E lasciateci vincere almeno la formula uno, senza boicotaggi o alleanze giudo-massoniche. Se ad un italiano medio, già vessato da ogni parte e con serie difficoltà a mettere assieme pranzo e cena gli levi un Alonso vincente, ma che gli resta? Sui giornali, persino quelli considerati più seri e meno contaminati dal cretinismo nazionale, titoli da "noir": "tragedia Ferrari, catastrofe delle rosse, suicidio del cavallino, disfatta italiana". Manco una nuova Caporetto o la scoperta del nuovo quartino monegasco del cognato d'Italia, avrebbero potuto portare portare altrettanto sgomento. Quaranta milioni di italiani incollati ai teleschermi, con prognosi riservate non per distacco della retina spiaccicata sui video, ma per sindrome depressiva post sconfitta. E dai...!
Il giorno dopo, dibattiti, tavole rotonde, plastici di Vespa a gogò. E Montezemolo, dopo questa debacle, sarà più libero o più impegnato?
Insomma il niente che si somma al niente, producendo la tipica bufera italica di proclami, smentite, prese di posizione e smarcamenti.
Mi chiedo: ma ci rendiamo conto? Non c'è alcuna speranza di lavoro per i nostri sventurati giovani, dopo le illusioni di studi inutili. Ogni giorno chiudono nella nostra Regione aziende di tradizione secolare, lasciando in braghe di tela il personale. La vita pubblica si fa sempre più mefitica, al pari dell'aria che siamo costretti a respirare. Il senso di umanità scompare, lasciando il posto alla logica dell'utilità.
E con tutto questo dovrei partecipare al funerale Ferrari? Ma chi volete che se ne f..tta se un marchio ed un gruppo industriale che guadagnano l'impensabile ogni anno rischiano di perdere una fettina del prestigio internazionale. A quest'ultimo aspetto non si era già dedicato con risultati rimarchevoli il nostro premier? Lasciamo a lui, homo superfaber, anche questo cruccio. Risolverà il caso come tutti gli altri già affrontati e risolti.