martedì 23 novembre 2010

le scelte sbagliate della Carfagna


Il caso Carfagna ci aiuta a capire alcune cose.
Cosa sta capitando alla signora in questione, Ministro senza meriti propri e candidato votatissimo alle recenti elezioni regionali della Campania?
Fino al momento in cui ha fatto da comparsa silenziosa, da vestale e appendice leggiadra del suo mentore, tutto è andato a gonfie vele. Anche con riconoscimenti bipartisan, persino intervenendo in alcune occasioni pubbliche in cui ha dato dimostrazione di buon senso e di compostezza, certamente non sfigurando al confronto di alcuni partner di cordata, talvolta soggetti "border line" tra normalità ed imbecillità conclamata.
E lei, salernitana di nascita, alle prese con l'emergenza rifiuti della Campania, ha preso sul serio la parte superficiale di questi consensi e si è messa in testa di svolgere davvero la sua parte. E qui incominciano le difficoltà, perché si può anche essere eletti al Senato come Incitato, famoso cavallo di Caligola; ma guai a pretendere di ricercare una propria autonoma credibilità politica. Tutti si sono d'improvviso ricordati della "colpa originale" del suo passato di soubrette di secondo piano e delle malignità sui meriti "speciali".
E poi, dovendosi scegliere una sponda in Campania, la signora ha dimostrato tutta la sua avventatezza.
Perché non si è messa dalla parte "giusta", dei signori delle tessere, cioè di quelli che contano davvero e decidono. Ha scelto secondo un condivisibilissimo profilo etico ed istituzionale, ma ponendosi contro la "chiesa madre", che nella nostra Regione ha in Cosentino, Cesaro, e Cirielli i suoi moschettieri decisi e senza scrupoli.
La ministra delle pari opportunità ha ingenuamente creduto che i suoi contatti privilegiati con il premier la ponessero al riparo degli strali avversi. Anche in questo caso la signora ha dimostrato di sopravalutare l'influenza del suo ispiratore che, in realtà, a livello regionale, è tenuto per le palle dai veri "uomini d'onore" che già hanno dovuto deglutire l'amaro boccone Caldoro. Ma che in questo caso non possono cedere perchè le loro stesse fortune sono legate al business dei rifiuti che condizionano direttamente ed indirettamente.
E così forse siamo alla piroetta sbagliata o al canto del cigno della pure apprezzabile signora.

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