lunedì 1 aprile 2013

Sette giorni di mugugni

Periodo confuso. Fino alle elezioni di febbraio vivevamo accompagnati da alcune certezze. In certi caso si trattava di incubi, sempre gli stessi, ricorrenti ed inquietanti. Ma pur sempre punti fermi, comunque la si volesse vedere. È' bastato il ciclone grillino per scompaginare decenni di cattive abitudini, anche mentali. A distanza di poco più di un mese gli"statisti" di casa nostra hanno di colpo abbassato i toni. Qualcuno e' diventato quasi umano ed ha incominciato a percorrere a ritroso il turpe percorso cazzaro  sinora effettuato, in spregio a qualsiasi principio di democrazia e rappresentatività . E sembrano diventati di colpo tutti agnelli sacrificali, colpiti dal fato rio ed ingiusto. Tutto giusto, invece, la storia non fa sconti ed in qualche momento bisogna pur pagare il conto delle proprie insensatezze. Ma, come direbbe una canzonetta di casa nostra, "qui viene il graziosissimo", cioè  ora viene la parte difficile della costruzione di qualcosa dopo i bombardamenti. E se i tiri dell'aviazione a 5stelle hanno fatto davvero il vuoto, ora ci vorrebbe un Piano Marshall per ripartire. Ma per il momento non abbiamo ancora visto chi potrà distribuire sigarette e barrette di cioccolato, ma solo guastatori che demoliscono quei pochi bastioni ancora in piedi. Uno di questi, pervicacemente al suo posto, il vecchio Napisan. Che non vuole farsi rottamare prima di aver completato il suo giro, primo presidente comunista (?) della storia repubblicana. Si è inventata questa panzana dei 10 saggi, un manipolo di escrescenze della nomenklatura che dovrebbe fare quello che il Parlamento bloccato non è in grado di fare. Qualche esempio? Una fetenzia di elegge elettorale, una riforma dei costi della politica, una legge anti corruzione. Ci riusciranno? Temo proprio di no. La stessa composizione del gruppo e' fatta apposta per non funzionare, per riproporre quel balletto dei veti incrociati che già tanti danni ha provocato a questo sventurato Paese. E allora? A che servono? A voler pensare bene a prendere quel poco di tempo necessario ad indurre chi ancora volesse ragionare ad intraprendere una limitata strada di collaborazione. Altrimenti? C'è sempre il nostro amato cavaliere senza mazza e senza pelo pronto a sobbarcarsi l'ennesima fatica di governo. Scilipoti, la Pelino, Razzi, scalpitano e non vedono l'ora di assumere sulle capaci spalle responsabilità di gestione. Cabaret Italia continua e le  prossime rappresentazioni promettono cose mirabolanti.