martedì 14 maggio 2013

arcobaleno di sensazioni

Si rincorrono le sensazioni. La delusione, certo, quella è cocente per aver sperato nell'affermazione dei propri valori, ora barattati da altri per fini quanto meno oscuri. La rabbia, anche lei non manca, per le occasioni sprecate e per le riflessioni personali non tutte gradevoli. Il disorientamento. Sotto questo profilo siamo in tanti a non capirci più niente, oscillando tra la sensazione di grande fregatura e quella di non aver capito niente. E si possono cogliere brandelli di sensazioni nei discorsi tra la gente. Con il giornalaio che, sotto sotto, ti sfotte perché conosce le tue idee politiche o la tua impostazione. Che commenta i titoli del tuo quotidiano abituale con chiose apparentemente di adesione, ma che alla fine hanno il sapore della coglionatura. E intanto la situazione intorno peggiora, con un governicchio che all'esterno presenta animelle, mentre il vero ritmo di danza lo portano i soliti gattopardi. 
Crisi economica senza freno, ad onta delle cautissime previsioni di ripresa. Non ci sono risorse nemmeno per le cose essenziali, sanità, istruzione, politiche giovanili, mentre ci lasciano appassionare alla straordinaria minchiata dei compensi ai grillini. Con il fanculista che pone dictat più cretini di lui, rispetto ad un argomento che non leva e non mette nella politica italiana. E dall'altra parte ha dei giovanotti/e alle prime esperienze di vita e di un qualche guadagno. E che anche così potrebbero farsi un'esperienza, senza necessità di regole imposte dall'esterno. Forse, come gli ha ben detto un 5 stelle, ci faremo un gruppo parlamentare a parte e così il paguro genovese andrà a sbraitare in piazza contro i traditori. Ma traditori di che? Delle sue regole farlocche e della sua incapacità di fornire una vera linea politica che non sia quella dello spariglio tout court?
Il primo ministro lettino ci prova,  o fa finta di provarci, portandosi persino una banda di impuniti in convento. Per fare spogliatoio, dice il nipote d'Italia. E' proprio vero che i conventi non servono a niente, specie da quando gli amanuensi sono stati rimpiazzati dal "copia incolla" e le suore si fanno fare dalle industrie  le marmellate e gli elisir che spacciano per artigianali. Ma in questo caso la parola spogliatoio mi ricorda una celebre gag di Totò ch,e vestito da donna,  così apostrofa un allupato padrone di casa.
Se fosse possibile, ce ne dovremmo tornare tutti a casa nostra. Ma qualcuno mi ricorda che questa nave allo sbando è la nostra casa e che a guidarla c'è un nostromo che somiglia più a Schettino che a Cristoforo Colombo. Impossibile abbandonarla, a meno di gesti epici di espatrio.
Per andare dove? Dagli amici francesi che ci prendono per il culo su quasi tutti i nostri difetti? O dai tedeschi, che fatte poche eccezioni, ci considerano sottoprodotto umano? Anche in Australia vigono ferree leggi che disciplinano l'emigrazione. O si investe un grande capitale oppure si deve essere "skilled workers" che, in parole povere significa lavoratori esperti e capaci di un apporto significativo all'economia locale.
Stando così le cose, il vostro etrusco, sempre tenendo un contegno accettabile,  si rassegna. Mi tengo il nipotino, in attesa del ritorno di bagonghi e della sua esilarante troupe.