sabato 4 maggio 2013

Destra, Sinistra, identità italiane da preservare

Nel sabato di sole che mi viene offerto ho avviato la lettura del mio giornale. In discreta evidenza, taglio basso di pagina nove, un intervento di Rino Formica. Non c'è bisogno che ricordi ai miei preparatissimi lettori chi sia questo signore, tra i protagonisti della stagione socialista di governo. Il quale, in replica ad un altrettanto tortuoso articolo del direttore del quotidiano, si precipita (?) in un impervio percorso dialettico al termine del quale il povero lettore (quorum ego) si pone un'angosciosa domanda: ma che avrà voluto dire? 
Scioccato dal primo contatto ho tentato una rilettura, facendomi aiutare da un amico e consocio di circolo che in precedenza avevo visto sbirciare le stesse righe. L'ottimo Enzo ha allargato le braccia, quasi in segno di disfatta finale, invitandomi a pormi altre domande. Anche lui era rimasto interdetto e pieno di interrogativi dopo aver dedicato qualche minuto a quello scritto.
Ma è possibile al giorno d'oggi riservare spazi ed attenzione al nulla declinato su quattro colonne? E' ancora lecito mescolare aria fritta e frullato di acqua,  di fronte ai veri problemi sul tappeto, scossi come siamo da uragani politici che non riusciamo ad inquadrare ed a definire.
Per un attimo ho immaginato di sedere al posto di quel nominato e celebre direttore e di dover decidere che cosa fare di quella lettera. Un uomo al bivio: zigrinare il supporto cartaceo e farlo diventare carta da cesso, recuperando almeno in parte ad utilità quella testimonianza di pensiero ostica alla normale comprensione; oppure, dare grande prova  di democratica apertura e pubblicare quelle autentiche fottesse. 
Il direttore ha privilegiato la seconda opzione ed ha così occupato assai indegnamente alcuni centimetri quadrati del giornale. Democrazia adesso vorrebbe che il medesimo ospitasse questa mia lettera nella quale pretendo che mi venga spiegato che cosa abbia voluto dire quel profluvio di nullità emerse dalla penna di questo dinosauro, persino capace di sostenere che "Si unirono forze così aggressive e plurime da sconfiggere un impreciso ma determinato disegno socialista craxiano di "riequilibrio" a Sinistra."
Più chiaro di così si muore. E meno male che quel disegno craxiano era impreciso. Era certamente determinato nell'individuare e taglieggiare tutte le fonti di possibile vantaggio economico per  la cricca del boss. Che fece la sua fine, fuggendo come un autentico eroe su sponde tunisine. Se si fosse portato con lui, in dorato esilio, pure questo illuminato suo adepto avremmo corso il rischio di non leggere questa preziosissima precisazione sulla Destra, la Sinistra e le identità italiane da preservare. Con seri danni per l'intero movimento del pensiero politico. Poveri noi, tornano a galla materie di  scarto normalmente destinate alla concimazione delle piante.

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