mercoledì 10 luglio 2013

Vendono tutto

Nei tempi morti di una giornata spesso convulsa mi faccio la mia "dose" di televisione. Avete presente la programmazione dopo le 14? C'è la saga della tv generalista, falsamente compassionevole, inciuciona, ipocrita da far spavento, con interlocutori da viaggio in metro o da fila alla posta. Per sfuggire a questo sconcio del gusto e della decenza preferisco le televendite, un genere a torto negletto che presenta quotidianamente uno spaccato rappresentativo di questa nostra società contemporanea. Il mio debutto fu suggerito da una piccola passione per gli orologi anni 50' e 60'. Cercavo un vecchio Zenith di quel modello che avevo ricevuto per la prima comunione e che tra traslochi e spostamenti non trovavo più. Così è partita l'avventura tra mercanti e cialtroni. Più rappresentati i secondi, che si presentano adottando tecniche di vendita differenziate, ma tutte evidentemente fruttuose per i guadagni dei venditori. Il personaggio a mio avviso più rilevante di questo panorama di vendite televisive si chiama Luciano. Napoletano, grossier al limite dell'immaginabile, ha creato lo stile dell'aggressione continua allo spettatore. Che viene offeso in ogni modo possibile con un"escalation di epiteti che vanno dall'incompetente, al morto di fame, allo stupido. La colpa di questo ignoto telespettatore sta nel non comprare gli orologi di marca infima che l'imbonitore, nemico giurato dei congiuntivi e della sintassi, propone a prezzi convenienti solo per lui. Partendo da cifre assurde, tra risate di disprezzo per il pubblico, arriva a 20 o 30 euro, valutazioni comunque esagerate per le autentiche bufale che vende, tutte disponibili a 5/6 euro presso bancarelle di strada. Ma il nostro ha ormai le sue caratteristiche e non smette le sue intemerate contro questa gente meschina, incapace di apprezzare le occasioni impagabili che lui propone. Ogni pomeriggio passa due ore a fingere di irritarsi per l'incomprensione che lo circonda, lui, arcangelo vendicatore della patacca Made in China. In alternativa allo sgrammaticato orologiaio partenopeo una signora, forse  toscana, che astutamente propone gioie e grazie; la signora mostra un davanzale degno di rispetto dove adagia collane, punti luce ed altri gioielli, valorizzati dal supporto naturale della dama. È  consapevole.  del richiamo di quella sua dotazione mammaria, tanto da scherzarci sopra, con ammiccamenti e frasi a doppio senso. La merce proposta e' solo modesta, ma il valore aggiunto dell'avvenenza della venditrice dove lo mettiamo?  Sono convinto che il successo della ditta dipenda in larga misura dalle misure della vendeuse che soffre nei periodi freddi, ma che appena arrivano i primi caldi si scatena, mostrando la sua parte migliore. Una chicca per gli appassionati del settore. Concludo la rassegna con sincera ammirazione per le presentatrici di una rete riservata solo allo shopping. Queste signore riescono a far diventare imperdibili ignobili anelli o collane di acciaio. Sciorinando aggettivi accattivanti, blandendo le possibili acquirenti con astuzie femminili, dichiarando che senza quelle fetenzie in vendita non ci sarà eleganza  o fascino e che le possibilità seduttive aumenteranno in modo esponenziale una volta in possesso dell'oggetto. Vedete un poco che si deve fare per campare!