domenica 18 dicembre 2011

errata corrige

Ammoniva un professore dei tempi universitari diretto alle matricole: "molti di voi dovrebbero tornare sui banchi delle elementari". E l'invito non intendeva farci riprovare l'emozione della classe e dell'età infantile, ma spingeva a mettere un po' d'ordine nell'uso della lingua italiana, scritta e parlata. E' così, mi servirebbe proprio un ripasso urgente di grammatica: nella fretta di "postare" sul mio blog faccio uso disinvolto del plurale di nome composto: grattacapo al plurale diventa grattacapi.. E per fortuna non ho dato seguito al mio giovanile intento di fare il professore di lettere perché avrei contribuito la mia parte al disgregarsi di questa povera lingua. Che cosa mi abbia distolto dall'insano proposito? Con ogni probabilità avrà avuto un peso il trauma del tema in classe? Vi ricordate? Si affrontava con superficiale noncuranza, pensando che tanto quattro "stroppole" alla fine sarebbero pur uscite dalla penna. Ma la realtà era sempre più inquietante dell'immaginario della vigilia. Veniva fuori un'affascinante traccia del tipo "Spiritualità e valori familiari dei Promessi Sposi". E iniziavi a sacramentare in tutte le (poche) lingue conosciute. Ed a chiederti il perché di quel tentativo di indagine volto ad inasprire il già rilevante danno scrotale derivato dalla lettura di quel polpettone ipocrita. Foglio lungamente bianco, penna penzolante, tempo che scorre impetuoso, sguardo rivolto ai tanti compagni pedalatori che erano partiti come allo scoppio dello start, appena terminata l'indicazione del testo. E scrivevano pagine su pagine di meravigliose considerazioni sul senso religioso delle vicende manzoniane. Io guardavo tutti e mi vergognavo della mia ignoranza, ma anche della loro imperturbabile capacità di metabolizzare qualsiasi porcata e volgerla in prosa. Poi ti veniva una mezza idea di mandare a cagare scuola e professori con un tema incendiario sui baciapile, sui sepolcri imbiancati e sulle stolide falsità che eravamo costretti a subire. Alla fine, la paura aveva il sopravvento, già immaginavo il cazziatone del preside che avrebbe convocato il consiglio di istituto per quell'attentato alla sana formazione delle classi dirigenti del domani e via retoricando. Non potevo dimenticare che stavo frequentando il liceo classico di una delle zone borghesi di Napoli, covo di una certa destra conservatrice che non aspettava altro che la comparsa di sintomi eversivi per eliminare i facinorosi. E allora? Andava a finire che mi producevo in due striminzite colonnine di pensieri masticati e maldigeriti, tutti nel solco della massima colpevole ortodossia. Voto quasi fisso: sei meno meno. E il commento della prof: potresti fare molto di più se ti applicassi nella lettura del testo. Cioè la signora, da quaranta anni sui banchi, non aveva capito niente di me e di tanti altri compagni che avremmo voluto essere trattati da giovani esseri umani e non da pedine della futura "leading class". Straordinario esempio di come una generazione sia stata trattata da gregge e come solo un forte senso di coscienza individuale abbia prodotto qualche sporadico salvataggio.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Il mio commento non è sul suo post "Errata Corrige" , bensì su un blog tennistico del 2007.

L' avviso qui di averle lasciato un messaggio sulla sua vittoria del torneo e su "Tennis Che Passione" perchè ho notato che non richiede l' approvazione dei commenti e quindi non so se le sia arrivata la mail d' avviso.

Complimenti per il blog: molto interessante!

la terra dell'etrusco ha detto...

grazie per l'attenzione. Mi lusinga che una giocatrice seria di tennis possa appassionarsi alla mia cronaca di torneo per diversamente abili o quasi. Se passa da Napoli il campo è pronto, quanto meno avrò una tardiva lezione sul dritto. Che, per inciso, ora va un po' meglio. Auguri per il suo Natale che sia pieno di un senso di festa autentica.

Unknown ha detto...

Grazie per la risposta.
Le auguro ciò che ho augurato ai miei amici del web: "Live your 2012 at his fullest potential. Awaken to the brilliance in ordinay moments. Open yourself to possibilities. See goodness in the wold"