martedì 15 maggio 2012

quanto pesa un imbecille?

Meraviglia e al tempo stesso sgomento. Ebbene si, ormai non c'è più alcun ambito umano che non venga sottoposto ad indagine. Ma riuscire anche solo ad immaginare che un gruppo di scienziati dedichi il proprio tempo, verosimilmente prezioso, ad un argomento come il costo sociale dell'imbecillità,  non mi aveva sfiorato. Uno studio durato circa 5 anni e condotto in varie città USA e canadesi si è concentrato per accertare il peso del fattore imbecillità su una collettività. Si avete capito bene, sono tempi difficili!
Gli studiosi impegnati in questo processo di valutazioni e ponderazioni sui comportamenti umani sembrano convinti che l'imbecille classico apporti più danni delle calamità naturali. Domanda legittima: ma chi è l'imbecille tipo? Apparentemente si tratta di un soggetto qualsiasi, antropologicamente non meglio identificabile. La razza, il colore della pelle, il livello socio culturale, l'età e le convinzioni religiose non sembrano avere una decisiva influenza sull'individuazione del perfetto imbecille. Che si annida in ogni dove, pronto a testimoniare con azioni e pensieri la sua presenza. Che purtroppo, conti alla mano, non incide negativamente soltanto sulla sua esistenza. Anzi il PI vive in un atmosfera quasi beata di autogratificazione. Sono ahiloro, gli altri a doverlo subire. Con le sue saccenterie, le sue inutili dimostrazioni, il fare o pensare quasi sempre la cosa inutile o sbagliata. Il tempo perso o mal utilizzato a causa di un PI, sia in ambito pubblico che privato, viene stimato in alcuni miliardi di dollari in un anno.
Mi è venuto subito alla mente un tale che abita nel mio palazzo. Aria ascetica, da finto pensatore, uno dei peggiori che abbia mai incontrato. Perché oltre a comportarsi da PI, ha tutta la prosopopea del docente, con buona pace e ricordo rispettoso degli sfortunati allievi. Lo conoscono tutti bene e lo scansano con accuratezza. Perché quando lui racconta una cosa qualsiasi è capace di muovere l'aria intorno alle sue corde vocali per alcuni minuti, in modo completamente vacuo e senza effetto. Quanto alla pratica, nei posti auto che circondano gli spazi del palazzo è l'unico ad aver conservato pali e catenacci a salvaguardia dell'area di sosta della sua auto. Immaginabili le quotidiane maledizioni che riceve dagli altri che pure lo hanno invitato ad eliminare l'inutile presidio. Lui, niente. Va avanti per la sua strada, perfetto interprete della parte che la vita gli ha assegnato, a discapito di tutte le assicurazioni fornite dagli altri inquilini che mai ardirebbero parcheggiare in quello spazio privato.
Ultimamente ho letto, sia pure in modo incidentale, di un altro soggetto che nonostante tutte le spiegazioni che gli sono state fornite sulla differenza tra fazione e politica, tra interpretazioni di comodo e civiltà, resta inamovibile nella sua posizione di critica becera e preconcetta al termine " politica ". Che gli possiamo fare? Niente, ma pensate soltanto al tanto tempo perso da alcune persone normali che si sono premurate di dare risposta al suo "ritornello".
E lui, come tutti i PI che si rispettino, potrebbe persino invocare la difesa costituzionale: il diritto ad essere fessi è irrinunciabile, guai agli altri, semmai, che dovranno subirlo impunemente.

Nessun commento: