lunedì 10 settembre 2012

Estate o inverno? Sempre ai Monti

L'ultima moda dei politici di casa nostra è quella di fare la corte o prendere le distanze dal prof. Monti, capo del governo tecnico. 
Una domanda ce la siamo posta tutti. Come siamo arrivati a questo grigio distinto signore? E' stata  una scelta di qualcuno ovvero l'incapacità di governare dei politici eletti? Potremmo affermare, senza tema di errore, che i due fattori si sono strettamente combinati. Gli ultimi dieci anni di rovinose gestioni politiche avevano fatto in modo che il nostro Paese si trovasse in una condizione così misera dal  punto di vista economico, a tacer d'altro, al punto che  il resto dell'Europa pretendeva e sostanzialmente imponeva  una forma di commissariamento. Indicando persino i nomi di chi potessero essere gli organi fisici di questa manovra di raddrizzamento finanziario e patrimoniale. Soggetti che per storia professionale ed esperienza si fossero segnalati nel contesto internazionale ovvero comunitario europeo. Così il presidente Napolitano, altra figura sulla quale si discute moltissimo, nominava Monti senatore a vita, fornendo anche una legittimazione formale al premier incaricato.
Il suo governo è tutto composto da nomi - quasi tutti accettabili - degli ambienti accademici e finanziari del nostro Paese. Predestinati a grandi cose da collegamenti familiari, da qualità personali, dalle infinite risorse della cooptazione.
L'alternativa a Monti, scartatasi da sola quella politica, era soltanto una dittatura. Militare verosimilmente, non essendo reperibili  in Italia altre forme di organizzazione capaci di imporre con metodi autoritativi una propria linea di gestione.
Ed eccoci al professore in loden. Modi signorili, capacità di tenere saldi i nervi anche di fronte a Scilipoti o alla Binetti, alle puttanate ispirate dal  patonza, o alle insipide arguzie di Bersani.Una linea di condotta in gran parte necessitata, con un agenda già largamente tracciata. Si potrà certamente accusare di mancanza di coraggio o di lungimiranza politica. Ma queste potrebbero essere qualità di un politico, che forte di un consenso ragguardevole, sposti in avanti la barra del timone. Non certo di commissario straordinario ai conti, che nei timidi tentativi di guardare fuori del compitino assegnato  è stato immediatamente stroncato dai  "leali" sostenitori della coalizione.
Dopo Monti? Qui il vero problema. Sono in questi pochi mesi effettivamente cambiate le condizioni di fondo? Oppure, malauguratamente, si sono ulteriormente incancrenite le patologie che affliggono questa sventurata nazione?
Chi etruscamente si propone a voi, è convinto che non ci sia attualmente alle viste un male minore di Monti.
E allora saremo costretti a tenercelo, con tutto il vascello dei suoi ministri saputi e infallibili.