mercoledì 5 settembre 2012

i misteri metropolitani

Passavo da quel posto tutti i giorni feriali per andare al lavoro. In moto, senza casco, perché allora era permesso. E sentivo sempre nello stesso posto un intenso odore di salsa genovese. Per chi non fosse partenopeo, chiarisco che la "genovese" è una straordinaria salsa di cipolle, carne ed odori che nella "Superba" non conoscono proprio. O, almeno, non è originaria della città della Lanterna. Pare sia stata introdotto a Napoli da cuochi francesi. Devo riconoscere che della storia di questa fantastica ricetta non me ne frega niente. Mi importa assai di mangiarla, perché la trovo squisita. Con mia moglie siamo arrivati ad un accordo per la genovese di due/tre volte l'anno. Io taglio le cipolle, sotto l'acqua che scorre. Pare faccia piangere di meno. Quantitativi enormi, perché nella cottura si riduce molto.  Lei si occupa del resto. Alla fine della cottura, breve la nostra, lunghissima quella di altre famiglie, si impone la scelta della pasta. Mafaldine, mezzi ziti, trenetta, ziti rigati. Magari trovare facilmente la pasta di una volta, quella nei pacchi blu, da tagliare a mano! Perché le spezzature di pasta, i piccoli angoli ritorti, immersi nella genovese sono un momento di piacere indimenticabile per il palato. A, già, dimenticavo o piuttosto, vinto dalla forza evocativa della genovese, mi ero lasciato trasportare verso il nirvana dei sensi gastronomici. Vi stavo dicendo del posto della mia città dove intenso era il profumo della genovese. Spinto dalla golosa curiosità cercai in più riprese di capire da quale casa del Corso Vittorio Emanuele provenisse l'aroma desiderato. Svolsi  anche qualche cauta indagine, suscitando sospetti di portieri ed edicolanti. Che non capivano perché questo tizio coi baffi - c'erano allora - si intrigasse di sapere da dove venisse l'odore. Ma che fosse, nu spione? oppure, peggio ancora,  uno delle tasse? "Voi dite giovino'? Io nun sente niente, sulo na puzze e munnezza ca non sa retirano mai, sti fetienti e scupature." E così la mia indagine sulla fonte del  piacere olfattivo non ha mai prodotto risultati. Solo un sospetto su una signora del primo piano che nel corso delle mie ricerche si era affacciata, con fare distratto, presa da superiori impegni familiari. Signora, lo dico adesso per allora, se siete voi l'autrice di cotanto prodotto, ebbene si, vi confesso che vi ho amata. Non per le vostre grazie, diciamo trascurabili. Ma per quella meraviglia che producevate così spesso, per la gioia di vostro marito e della famiglia. Statevebbuone 

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