martedì 11 giugno 2013

La politica sconfitta

Il PD vince le elezioni amministrative a sua insaputa. Nel momento peggiore di questo controverso contenitore di consensi, le urne, peraltro scarsamente frequentate, consegnano la vittoria ai candidati del PD o vicini a quell'area politica. Dovrà pure significare qualcosa se i pochi cittadini che hanno votato hanno indicato in massa quel fronte e se hanno detto di no ai candidati proposti dalla destra. Si temeva che l'abbraccio in salsa governativa con il partito del nano desse la stretta finale e mortifera a questo sciamannato raggruppamento. E invece, a sorpresa, gli elettori hanno dato l'ennesima prova di essere migliori degli eletti facendo emergere quel senso di responsabilità che altri dovrebbero sentire ed applicare. Di certo perde il PDL che attraverso i suoi esponenti meno indecorosi ammette  la sconfitta , sollecitando un dibattito interno sul perché di questa disfatta. Addirittura nella discussione chiedono maggiore democrazia interna. Ma allora non hanno capito niente. Il loro è un non partito che si regge sulle forze economiche e comunicative di un solo soggetto. Se dovessero cambiare quelle regole che si possono riassumere nella totale assenza di regole e nel completo asservimento alle direttive del capo svanirebbe anche questa specie di coalizione di poveracci. Patetico poi il comico con la barba, che per giustificare la batosta, se la prende con tutti tranne che con se' stesso. Aveva la possibilità reale ed effettiva di dare  una scossa epocale alle politiche di questo Paese. Si è perso nel suo solipsismo e nell'incapacita ' di sentire il vento della storia che spirava dalle sue parti. Si potrà ora ben dedicare all sue  preferite manfrine su diarie,  interventi televisivi e  disciplina interna. E d'altra parte da un individuo così modesto che ci potevamo attendere? Con questi protagonisti non cambierà niente, come hanno dimostrato le elezioni di febbraio. Tre schieramenti in sostanziale parità che al momento di prendere il largo verso un fase nuova della storia italiana hanno deciso di farsi ognuno il proprio orticello e coltivare egoismi e privilegi. Ci faranno rimpiangere Fanfani e Spadolini o altri vuoti a perdere che parlavano tanto, in linguaggi astrusi e criptici e che rappresentavano soltanto gli interessi di chi li faceva comparire in prima fila. 


Nessun commento: