giovedì 19 settembre 2013

Amica? E' una rivista di moda..

Ricordo la risposta di una simpatica collega di lavoro, di nome Maria. Quando qualcuno le chiedeva se quella tale signora appena uscita dalla stanza fosse sua "amica", replicava pronta: "di "amica" conosco soltanto la rivista di moda."
Non so nemmeno se quella pubblicazione sia ancora in edicola. Certo la precisazione era terribile, tra l'amaro ed il sarcastico. Ed era il frutto di esperienze infelici.
Da sempre sono personalmente convinto che l'amicizia esista. E' una specie di fede alternativa, che mi conforta sin da ragazzo e che, per mia fortuna, mi fa riconoscere in almeno quattro o cinque persone la figura dell'amico. Tra loro anche una donna, alla quale sono legatissimo da affetto sincero. Contento che il nostro rapporto ultraquarantennale sia rimasto inalterato e con la freschezza di sempre. Caratterizzato anche da scontri. Spesso a causa di polemiche dure, su posizioni ideologiche non esattamente sovrapponibili, pur se simili. Attraversando i mari e le tempeste dell'esistenza, ma nella certezza che quella persona saprà esserti vicina e non si rifugerà in un'alzata di spalle. Pur se il dialogo dovesse assumere toni accesi non ti dirà, solo per compiacerti,  quello che tu vuoi sentire. Ti esporrà una posizione che, nel caso della mia amica, è sempre lucida e corretta. Ti darà la certezza che non è indifferente alle tue parole o a quello che stai rappresentando.
Capita però di sbagliarsi e di prendere cantonate nel campo dell'amicizia. O perché siamo noi a pretendere troppo, investendo in affetto o solidarietà più di quello che altri intendono concedere. O perché semplicemente quella non era la persona giusta.
E la delusione assume proporzioni ancora maggiori se l'amico in questione lo conosci da sempre. Al punto di essere diventati agli occhi degli altri una di quelle specie di "coppie di fatto" di cui si parla in accoppiata, come Stanlio ed Ollio, Totò e Peppino.
Però le vicende della vita dividono e può capitare di intravedere nel soggetto considerato amico una dose di egoismo o di indifferenza che non riesci a spiegarti.
Ma perché si è comportato così? e se sei una persona in buona fede, analizzi e rivedi dapprima i tuoi comportamenti, che potrebbero essere all'origine di una reazione dell'altro. Magari per verificare che gli sei sempre stato vicino e di aver partecipato ai suoi momenti di gioia ed alle sue tristezze.
Capita così che ne parli anche a chi ti è vicino per averne un'opinione. E in qualche caso non lieto devi concludere che forse tu avevi un senso ed un valore di amicizia che non era esattamente corrisposto.
La mia reazione non sarà di chiusura e di negazione. Provo ad essere positivo anche nei momenti più critici. Provo a credere ancora che nonostante tutta la strada dietro le spalle ce ne sia ancora di percorso umano da sperimentare. E chissà che non sia migliore.

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