lunedì 16 settembre 2013

E se fosse possibile pure a Napoli?

Da tempo immemorabile dedico un tempo forse esagerato alle vicende calcistiche. Finito il tempo del (solo) volenteroso impegno personale, ormai provo piacere nello spettacolo del calcio. Al punto da sgomentare familiari ed amici che mi scoprono osservare attento Savoia contro Akragas. E' così, non mi pento, né faccio ammenda. Ben inteso, se c'è una cosa migliore o più interessante da fare o da vedere non resto davanti al televisore: esco o magari mi faccio un bel doppio a tennis, con i compagni giusti. 
Così come non sono mai (o quasi mai) riuscito a vedere un  gran premio automobilistico. In netto contrasto con alcune decine di milioni di persone che invece perdono raziocinio e conoscenza e sanno tutto di pneumatici, pit stop e di alettoni. 
Io mi tengo il mio incontro di serie D e lascio volentieri agli altri le emozioni del circuito.
Facevo però una considerazione sulla mia città e sulla sua squadra, temporaneamente alla guida del campionato di calcio.
Questa città, Napoli, fa veramente schifo. Non c'è un solo aspetto di vita cittadina (?) che ci renda orgogliosi di essere nel gruppo. Rovine materiali che si uniscono a quelle di mentalità e di costume. Abituati a sopportare di tutto, abbiamo adottato uno stato mentale che ci illude di poter prendere in giro il resto del mondo. Che, al contrario, prende le distanze da noi e ci guarda come dei mentecatti, se non peggio.
In questo grande e crescente sfacelo fa eccezione la squadra di calcio. E certamente non intendo fare la parte del tifoso che si esalta davanti ai primi risultati positivi. Parlo del fatto che questa società, agendo e operando in un contesto delicatissimo, riesce a comportarsi da società. Rispettando i propri impegni con i tesserati e gli altri lavoratori, presentando un bilancio in attivo, offrendo un'immagine per una volta normale e positiva  in uno scenario che per troppi aspetti ha risvolti surreali.
Allora si può? Non c'è solo piagnonismo e e vittimismo? Si può agire in un modo lineare ed ottenere risultati soddisfacenti? E' la certezza che dovrebbe accompagnare l'agire di tutti, ma riconosco che non è facile dispensare parole ottimistiche. Soprattutto dovrebbero crederci i giovani, quelli con tutto un percorso di vita davanti. 
Dimenticatevi per un attimo di spaghetti, pizza e mandolino, San Gennaro e core di mammà, superstizioni e fanatismo e provate a vivere come se foste dei cittadini europei del 2013. Potreste dar vita a fenomeni virtuosi come quelli del calcio Napoli e vincere nei campi dove conta veramente.

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