lunedì 2 settembre 2013

Una nazione in fermento

Come sempre non ho capito niente! È già perché mentre io penso che il condannato d'Italia sia poco meno che una caccola, questa figura umana (?) deve  avere un grande valore. Certamente, altrimenti non si spiegherebbe lo sforzo mentale collettivo di una nazione per salvargli il c. Non c'è pensatore, istituzionale o occasionale, aspirante statista o episodico commentatore, maître a panser  un tanto a neurone, che non si sia cimentato con il salvanano  estivo. Usiamo il blocco della decadenza o la incostituzionalità della legge Severino?  O vogliamo graziarlo senza domanda,  ovvero votare a favore della sua permanenza in aula senatoriale? E c'è da comprenderli, perché non si perde un così prezioso compagno di esperienza parlamentare. È' vero che a palazzo Madama non si fa quasi mai vedere, ma volete mettere le barzellette che racconta? Uno sballo! e poi non c'è paragone tra il racconto delle sue avventure e quelle di Giovanardi. Il quale, poverino, pure ci prova, ma tutti quelli intorno dopo pochi secondi scappano, chi per una pipì improvvisa, chi richiamato dal collegio elettorale. Un nano  invece è per sempre, ti cattura, ti affascina e fa sentire il peso della sua presenza. Senza di lui insomma non ci si diverte, magari ti racconta quella della  nipotina di Mubarak che ha fatto legittimamente il giro del mondo, facendo pisciare sotto pure il principe del Brunei. Che quando si sente un po' giù, come capita in questi giorni di settembre con la classica malinconia depressiva autunnale, si riprende completamente chiamando Arcore e facendosi ripetere per filo e per segno di quando il parlamento (minuscolo doveroso) riuscì persino a votare sulla effettiva parentela della fetentona (pare si lavi poco). 
Lo stivale e' tutto un laboratorio di ipotesi salvifiche, le menti migliori, ma anche le peggiori, sfrigolano di trovate e scappatoie. E se lo  nominassimo imperatore? È un'idea di Bondi che va in deliquio quando gli parlano di lui e di nascosto si tocca, ma pur sempre un rimedio. Non parliamo poi delle martiri di villa Grazioli, un esercito di femmine invasate, che al solo pensiero di cotanto maschione vanno in delirio erotico, bramose di vedere la famosa pompetta gonfia bigolo, che da una parte riempie gli ormai usurati corpi cavernosi del divo e dall'altra funziona come Bancomat.
Miracoli che riescono soltanto a lui! E lo volete perdere? Ma non ci crede più nessuno. Resterà con noi ancora tanto e completerà quel meraviglioso percorso etico/politico che tanti risultati ha già regalato al nostro paese (minuscolo ancora).