venerdì 25 luglio 2014

E la nave va..

Forse ce l'abbiamo fatta! Se state pensando alla riforma costituzionale nata dal cenacolo di illustri padri costituenti, anche detti i "nazareni", vi comunico che siamo fuori strada. Per quella abbiamo voglia di attendere, tra patti, ricatti, veti incrociati ed altre nuove porcate. Restando sempre più misterioso e controverso se avessimo davvero bisogno del mutamento. 
No, pensavo al lento viaggio della nave più famosa, quella Concordia, arenatasi davanti ad uno splendido porticciolo della fantastica isola del Giglio. Incapacità, inadeguatezza, vanità e superficialità. Abbiamo messo nella vicenda tutti gli ingredienti che fanno sapida ogni pietanza nazionale. Se si facesse un bando per sostituire i simboli della Repubblica, farei mio il progetto di inserire lo scheletro di questa pacchianissima imbarcazione.
Ma per rendere sempre più vivace il paradosso, leggo fiumi di inchiostro per osannare l'impresa eccezionale del suo recupero. Forse in molti si sono rapidamente dimenticati dei poveri innocenti scomparsi in quella tragica notte e cercano di tacitare la coscienza gridando al miracolo della manovra di sgombero.
Dopo un tempo lunghissimo per decidere come si dovesse procedere ad eliminare il relitto, dopo aver ingaggiato i migliori e più costosi recuperatori internazionali, finalmente si sta muovendo e dovrebbe arrivare nel porto di Genova, nella mattina della prossima domenica.
Non intendo minimizzare la portata dell'impresa, probabilmente assai difficoltosa dal punto di vista tecnico.
Avrei sperato in un profilo meno trionfalistico dell'epilogo di questa orribile storia. Ma che volete, siamo italiani, anche nelle tragedie dobbiamo usare tutti i toni retorici a disposizione. Quelli che normalmente riserviamo a tutte le cose che invece andrebbero opportunamente  glissate e coperte da un pietoso velo.

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