mercoledì 3 settembre 2014

Facce di Bronzi

Oggi mi sento diviso tra due cuori diversi. Uno mi spinge verso un mai domo sentimento nazional popolare di difesa del patrimonio artistico italico. 
L'altro, ancora più ispirato da altissimi principi etici, ad affrontare le parole di uno dei sommi pensatori rimasti, un tale che tempo addietro usava bene i piedi - o meglio un solo piede - e che per questo si sente autorizzato a comunicarci ogni interno borgorigmo intestinale.
Ma si sa, questo è il palcoscenico del mondo e la gente deve far finta di indignarsi, di penare, di provare a mostrarci quanto è nobile, morale e benpensante.
Da qualche giorno striscia la notizia della richiesta  di opere d'arte da parte degli organizzatori dell'Expo prossimo venturo del 2015: "nutrire il pianeta, energia per la vita". 
Slogan e sottotitoli di fantastica suggestione, riservati a questo straordinario fenomeno  che dovrebbe far ripartire l'intera derelitta economia nazionale. Per il momento l'evento ha già dato i suoi frutti: corruzione, arresti, la creazione di una Autorità anticorruzione, tante chiacchiere tra gossip e campagne scandalistiche,  ancor prima che il mega carrozzone sia partito.
Intanto che si trovano ad appaltare, ad espropriare, a cementificare aree enormi, i capi dell'Expo hanno inoltrato varie richieste di prestito per l'esibizione  di opere d'arte ai principali siti museali del Paese. Tanto per fare qualche esempio, I Bronzi di Riace, e i quadri di Caravaggio napoletani,
Reazioni immediate di Italia Nostra, Fondo Ambiente Italiano et similia che allarmano sui pericoli di spostamenti dei capolavori nelle fasi di imballaggio e trasporto, ed in quella di collocazione in nuove sedi. Timori sacrosanti, c'è poco da ironizzare all'etrusca!
Però, a ben pensarci, se l'Expo deve e vuole essere questa grande macchina da guerra pubblicizzata  dagli strombazzi di governo dovremmo riuscire a mostrare all'opinione pubblica internazionale tutto il bello ed il buono che questa nazione produce o ha creato in passato. Uno sforzo che attraversi i tempi e le epoche, superi le fazioni e le bande di "tifosi" e mostri al mondo quello che siamo capaci di fare. Cioè tantissimo ed ai massimi livelli. Ma ci vuole un po' di collaborazione ed il rafforzamento di quel  sepolto spirito  di nazione che, al momento, riemerge soltanto negli strumentali discorsi di questo o quel politico. 
Ben vengano così, con garanzie ed accorgimenti tecnici, i traslochi di opere d'arte. Con un minimo sforzo di generosità e di senso di appartenenza, senza fare del tutto un mercato delle vacche. Come credo stia tentando di fare un tale  napoletano dal cognome altisonante, gestore di un "pio" monte di misericordia. Ha detto che lui, poi con finta modestia corretto in noi, cioè la sua Fondazione, concederà le opere caravaggesche, incurante delle lamentele dei protezionisti locali. Basterà che l'Expo metta mano cospicuamente al portafoglio e consenta alla Fondazione di raggiungere i suoi elevatissimi scopi. Quali essi siano lo sa questo signore dal cognome di tre parti e speriamo che siano effettivamente quelli statutari e non il pagamento dei gettoni di presenza ai sette del direttorio della Fondazione. Devo ammettere il pregiudizio: non mi fido per principio di quelli con troppi cognomi. Hanno già troppo rubato, espropriato per essere credibili.
Per l'altro argomento, i commenti e le minacce del "pube de oro" ad un giovane calciatore connazionale, reo di aver infranto il sacro codice etico della giungla pedatoria sudamericana, avviando una relazione sfociata in un matrimonio con la ex di un altro pedatore.
Questo "straordinario custode e tutore" delle tavole del verbo sacro, carta fondante della tribù dei decerebrati nati intorno all'equatore, ha già ricevuto adeguato ed appropriato commento nella odierna "amaca" di Michele Serra, su Repubblica. Che in definitiva, mi ha "schiattato" il post, quello screanzato..
Scherzi e facezie a parte, non saprei dire di meglio e  forse rovinerei il brillante eco di quello scritto  che invito tutti a leggere.

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