venerdì 26 marzo 2010

assalto alla bananiera del PDL

Stanno sbarcando dalla "fregata" PD e passano in massa sulla "bananiera" PDL: fantastiche notizie per i cittadini campani. Dalla stampa hanno appreso che ad una riunione di appoggio al candidato della destra alla Regione Campania hanno partecipato molti medici e dirigenti sanitari pubblici e privati in passato di "area" PD. Gruppo ora rapidamente confluente dall'altra parte (?) dello schieramento politico regionale. A chi non conoscesse bene le ragioni di così massiccia e rapida migrazione forniremo un tentativo di spiegazione. La sanità campana è stata da sempre un feudo DC, con lievissimi cedimenti di segno minore in favore del PSI craxiano. In seconda repubblica, il nucleo demitiano dei successori DC , nel marasma creatosi in quei giorni di gravi incertezze, si appropriò della roccaforte non concedendo spazi a chicchessia, ma marcando militarmente tutto lo spazio regionale. Nomine di dirigenti USL e poi ASL, incarichi a primari, promozioni di ogni ordine e grado e soprattutto le convenzioni, da quel momento ebbero bisogno dell' imprimatur o del gradimento degli uomini irpini dell'ex segretario della balena bianca. Dopo la iniziale gestione Mazzeo, si passò a quella di Montemarano, medico irpino anche lui, che divenne in breve il reuccio della sanità campana. Con il passaggio della quota ex partito popolare al PD avvenne il travaso di quel tesoro nell'area bassoliniana. Chi la vittima e chi il carnefice? Difficile dirlo, specie quando la torta è di proporzioni enormi ed attira appetiti di soggetti voraci. Ricordiamo che la giunta Bassolino è andata in crisi per la questione spazzatura, ma che i veri focolai di lotta erano sugli spalti della sanità, nucleo dorato del bilancio regionale. Costretto a furore di popolo all'allontanamento di Montemarano, Antonio Bassolino ha di fatto perso tutta la protezione a destra del suo già sbilenco schieramento. E così, il buon cane (Montemarano) da pastore (De Mita), sentitosi estromesso dal nucleo che conta, ha ben pensato di portare i propri onusti labari al nuovo che arriva, cioè a Caldoro. Con lui tutte le pecore: primari, dirigenti e proprietari di cliniche, dirigenti di strutture sanitarie pubbliche. Un transito impetuoso che visto dal di fuori potrebbe sconvolgere i poveri cittadini, ma, che tenuto conto del lardo che continua a colare dalla brace della sanità, ha precise e sostanziose ragioni di essere.

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