martedì 23 marzo 2010

ma sarà vero?


L'attuale clima politico sembra respirare a pieni polmoni la propria ispirazione dalle atmosfere calcistiche. Allo spettatore/elettore non si richiede di assistere o partecipare ad un evento sportivo. Si pretende piuttosto la sua partecipazione vociante in forma di coro da ultras alle imbeccate del politico di riferimento. Che cosa è rimasto di un messaggio politico forte ed illuminato, ma dai toni pacati, come quello di Enrico Berlinguer? Che fine avrà mai fatto il ragionare di forme di stato e di alternative tra le forze sociali? Finito tutto verosimilmente nel nulla! Le campagne elettorali si fanno per mesi tramite i media, articolando gli interventi medi o forti attraverso figuranti speciali che devono la loro ragione di sopravvivenza a quella funzione esclusiva. Poi negli ultimi giorni, sotto la pressione dei sondaggi pre-elettorali, si armano le piazze. I partecipanti delle adunate sono mille, diecimila, o un milione: poco importa. Quello che serve è il kit del perfetto dimostrante. Sciarpe, fischietto, cappelletto a colore, sciarpa e striscione. L'urlatore sul palco griderà delle frasi concordate e il capo clacque darà il via alle masse urlanti. Via questo, a morte quell'altro, i nemici sono quelli con la faccia squadrata; gli amici hanno le orecchie lunghe. E giù un profluvio di boati, di consenso o di esecrazione. Questa è la faccia della politica degli anni nostri. Non c'è il minimo accenno alla posizione dei problemi, all'individuazione delle esigenze di comunità nazionale o locale. C'è solo lo sberleffo all'antagonista; la promessa di fagliela pagare sempre più cara.

1 commento:

Sara ha detto...

Purtroppo è vero. Solo che in gioco non c'è uno scudetto, ma cose maledettamente molto più importanti.
Un saluto. Sara